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Borsa svizzera: chiude in netto ribasso, SMI -3,49%

(Keystone-ATS) Gionata fortemente negativa per la Borsa svizzera, in linea con le altre piazze europee: l’indice dei valori guida SMI ha chiuso a 8475,47 punti, in flessione del 3,49% rispetto a ieri, mentre il listino globale SPI ha perso il 3,26% a 8667,22 punti.

“L’atmosfera è chiaramente peggiorata”, ha commentato un operatore. In alcuni momenti della seduta si è sfiorato addirittura il panico. Per il mercato si tratta della peggior chiusura dallo scorso 24 agosto, quando l’SMI aveva lasciato sul terreno il 3,75% sulla scia dei timori per un brusco atterraggio dell’economia cinese.

Nel frattempo ai dubbi relativi alla Cina si sono aggiunti “un paio di altri problemi di non poco conto”, affermano gli analisti. In primo luogo figura l’azione – o non azione – della Federal Reserve riguardo ai tassi, che genera incertezza. Poi lo scandalo Volkswagen, dai contorni ancora tutti da definire ma potenzialmente devastanti.

In un’ottica squisitamente elvetica si aggiunge poi la notizia del calo delle esportazioni in un quadro che vede il franco tornare a rafforzarsi, con il corso dell’euro che sta puntando verso 1,08. Non stupisce quindi che molti investitori abbiano preferito tirare i remi in barca: i volumi di contrattazione si sono rivelati di conseguenza elevati.

Particolarmente in fermento è risultato il comparto farmaceutico, dopo che la candidata alla presidenza americana Hillary Clinton ha annunciato un piano per far fronte all’aumento – giudicato “vergognoso”- dei prezzi dei medicinali. A farne le spese in Svizzera sono state Novartis (-4,56% a 89,95 franchi), Roche (-3,63% a 249,20 franchi) e Actelion (-3,12% a 130,30 franchi).

Sono scivolati sempre più all’indietro con il passare delle ore i valori maggiormente esposti ai cicli economi come ABB (-2,72% a 17,19 franchi), Adecco (-3,54% a 70,85 franchi), Geberit (-2,38% a 299,10 franchi) e – particolarmente dipendente dalla congiuntura nei paesi emergenti – LafargeHolcim (-5,18% a 53,10 franchi). Nel segmento del lusso gli ultimi dati sull’export orologiero non hanno certo aiutato Swatch (-4,17% a 365,00 franchi) e Richemont (-2,77% a 73,60 franchi).

L’ondata di vendite non ha peraltro risparmiato i bancari UBS (-2,93% a 18,24 franchi), Credit Suisse (-3,67% a 24,12 franchi) e Julius Bär (-3,90% a 43,36 franchi). Nel comparto assicurativo Zurich (-4,55% a 243,20 franchi) ha insistito nel trend negativo avviato già ieri ed è apparsa ancora peggio orientata di Swiss Re (-2,95% a 82,35 franchi).

Non sono riusciti a contrastare la corrente generale nemmeno i titoli spiccatamente difensivi come Nestlé (-2,77% a 71,95 franchi) e Swisscom (-2,14% a 476,60 franchi). Ha contenuto le perdite solo Transocean (-0,14% a 14,15 franchi). Per completare il quadro delle blue chip vanno infine citate Givaudan (-2,69% a 1593,00 franchi) e SGS (-2,54% a 1690,00 franchi).

Nel mercato allargato gli occhi erano puntati su Sunrise (+1,08% a 56,00 franchi), che ha annunciato un taglio occupazionale. La vicenda Volkswagen ha messo inoltre sotto pressione i fornitori dell’industria automobilistica quali Autoneum (-4,96% a 180,00 franchi), Feintool (-2,37% a 90,80 franchi) e Georg Fischer (-2,65% a 551,00 franchi).

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