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Borsa svizzera: chiude in rialzo, SMI +0,23%

(Keystone-ATS) Grazie a un colpo di reni nel finale la borsa svizzera ha chiuso in rialzo una seduta trascorsa a lungo in territorio negativo. L’indice dei valori guida SMI ha terminato a 9309,99 punti, in progressione dello 0,23% rispetto a ieri.

Il listino globale SPI ha guadagnato lo 0,16% a 10’663,29 punti.

La giornata è partita in deciso ribasso, sulla scia dell’andamento negativo di Wall Street e delle piazze asiatiche. Gli investitori hanno dato prova di prudenza, legata ai dubbi riguardo all’impatto che potrà avere la prevista riforma fiscale americana e all’aumento delle tensioni in Medio Oriente, dopo il possibile riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele da parte degli Usa.

In un clima che stando agli operatori non si è comunque mai fatto nervoso l’indice di volatilità è salito sensibilmente, superando i 12 punti, valore peraltro molto distante dal massimo dell’anno, oltre 18 punti.

Il mercato elvetico ha poi lentamente recuperato terreno, favorito anche da indicatori congiunturali non negativi: il dato Adp sulla creazione di impieghi nel settore privato americano è risultato in linea con le attese. L’attenzione si sposta ora sulle cifre ufficiali riguardanti il mercato del lavoro che saranno diffuse venerdì: la statistica è osservata sempre con grande attenzione, visto l’influsso che può avere sulla politica monetaria della Federal Reserve.

Sul fronte interno hanno soprattutto inizialmente penato UBS (-0,65% a 16,89 franchi) e Credit Suisse (-0,77% a 16,69 franchi), che potrebbero risentire della riforma tributaria americana in relazione alle perdite posticipate sugli esercizi successivi. Un po’ meno problemi ha invece avuto il terzo valore bancario, Julius Bär (-0,61% a 56,65 franchi).

Le vendite del comparto finanziario hanno interessato comunque anche gli assicurativi Zurich (-0,13% a 296,70 franchi), Swiss Re (-0,28% a 90,30 franchi) – che ha annunciato l’acquisizione di un portafoglio di polizze nel Regno Unito a un prezzo non lontano dal miliardo di franchi – e Swiss Life (-0,24% a 328,00 franchi).

In ordine sparso si sono mossi i valori più sensibili ai cicli economici come ABB (+0,63% a 25,43 franchi), Adecco (-0,07% a 73,55 franchi), Geberit (-0,49% a 425,30 franchi), Sika (+0,26% a 7585,00 franchi) e LafargeHolcim (-1,12% a 52,75 franchi). Quest’ultima società è interessata di sponda dagli strascichi delle attività di Lafarge in Siria: tre ex alti dirigenti, fra cui l’ex CEO Bruno Lafont, sono stati fermati in Francia. Nel segmento del lusso Swatch (+0,93% a 368,00 franchi) si è fatta preferire a Richemont (+0,23% a 86,20 franchi).

Per quanto riguarda i pesi massimi difensivi è stata bene accolta un’acquisizione in Canada da parte di Nestlé (+1,24% a 85,80 franchi), che rafforza il comparto salute della multinazionale vodese. Novartis (-0,66% a 82,50 franchi) ha sofferto invece per un cambiamento di raccomandazione di Merrill Lynch. Roche si è dinamizzata solo dopo diverse ore (+0,86% a 247,20 franchi).

SGS (+0,53% a 2457,00 franchi) è stata favorita da un giudizio di Deutsche Bank. Completano il quadro delle blue chip Givaudan (+0,53% a 2265,00 franchi), Lonza (-0,24% a 252,70 franchi) e Swisscom (+0,10% a 520,50 franchi).

Nel mercato allargato va segnalato il balzo di Wisekey (+4,17% a 6,25 franchi), che è arrivata a guadagnare quasi il 10% sulla scia della presentazione di un orologio che rende possibile il pagamento senza contatto con criptovalute quali il bitcoin. Hanno brillato anche Sunrise (+3,47% a 92,40 franchi) ed Emmi (+2,32% a 683,00 franchi), mentre in difficoltà sono apparse Hochdorf (-3,60% a 268,00 franchi) e Ams (-5,92% a 87,45 franchi).

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