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Borsa svizzera: chiude in ribasso, SMI -0,33%

(Keystone-ATS) La borsa svizzera ha chiuso in lieve ribasso una seduta influenzata dalle incombenti festività: l’indice dei valori guida SMI ha terminato a 8515,82 punti, in flessione dello 0,33% rispetto a ieri, mentre il listino globale SPI ha perso lo 0,27% a 8793,67 punti.

Il mercato era partito bene, sostenuto dall’ultima buona seduta di Wall Street sulla scia delle misure di stimolo prospettate dalle autorità di Pechino per sostenere l’economia cinese e del recupero del prezzo del petrolio. Con il trascorrere delle ore i corsi sono però virati in negativo, per poi timidamente riprendersi nel pomeriggio e tornare a puntare verso il basso nel finale.

Sul fronte congiunturale è arrivato il dato della crescita americana nel terzo trimestre, risultata del 2%, in lieve ribasso rispetto alla precedente lettura del 2,1%. Sempre negli Usa le vendite delle case esistenti in novembre sono scese del 10,5%, ben più di quanto si aspettassero gli analisti.

Secondo gli operatori si è fa ormai chiaramente sentire la vicinanza del Natale – siamo ormai alla penultima seduta prima della lunga pausa. Molti investitori sono già in vacanza, le posizioni sono ormai determinate e i volumi di contrattazione appaiono modesti.

Al centro dell’attenzione figurava Actelion (invariata a 134,40 franchi), dopo che dagli Usa è giunto il via libera alla commercializzazione del medicinale Uptravi. Poco ispirati sono apparsi gli altri due titoli farmaceutici, Novartis (-0,83% a 83,30 franchi) e Roche (-0,34% a 267,20 franchi). Ha influenzato negativamente il listino anche un ulteriore peso massimo difensivo, Nestlé (-1,18% a 71,45 franchi).

Non perfettamente univoci hanno chiuso i valori maggiormente dipendenti dai cicli economici come ABB (+0,11% a 17,42 franchi), Adecco (+0,60% a 67,60 franchi), Geberit (-0,12% a 328,40 franchi) e LafargeHolcim (+0,66% a 48,58 franchi). Swatch (+1,46% a 339,70 franchi) e Richemont (+0,71% a 70,75 franchi) non hanno risentito delle cattive notizie sull’export orologiero in novembre: quest’anno i due titoli hanno già subito un notevole arretramento, pari a circa un quinto del loro valore. Transocean (+2,66% a 12,34 franchi) ha beneficiato della ripresa del costo del greggio.

Sopra la riga hanno terminato i bancari UBS (+0,05% a 18,98 franchi), Credit Suisse (+0,29% a 21,02 franchi) e Julius Bär (+0,33% a 44,96 franchi). Quest’ultimo titolo è stato spinto fra l’altro anche dalle speranze circa l’archiviazione della vertenza fiscale con gli Usa ancora prima della fine dell’anno. Nel comparto assicurativo Swiss Re (-0,66% a 97,55 franchi) è apparsa più in difficoltà di Zurich (+0,04% a 250,30 franchi).

Completano lo scacchiere delle blue chip Givaudan (+0,40% a 1767,00 franchi), SGS (+0,92% a 1860,00 franchi), Swisscom (+0,02% a 486,10 franchi) e Syngenta (+2,13% a 384,10 franchi).

Nel mercato allargato la commissione delle offerte pubbliche di acquisto ha dato il via libera all’acquisizione di Micronas (-0,14% a 7,25 franchi) da parte di TDK. Burckhardt Compression (+1,76% a 303,75 franchi) ha annunciato che rileva il 40% di una società americana.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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