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Borsa svizzera: malgrado UBS, chiude al rialzo

(Keystone-ATS) Giornataccia nera per UBS, che dopo l’annuncio di una perdita miliardaria a Londra dovuta ad operazioni non autorizzati da parte di un suo operatore, è precipitata sotto la soglia dei dieci franchi.

Altri fattori hanno però avuto ripercussioni positive sul mercato, in particolare la notizia, secondo cui la Banca centrale europea, la Fed americana, la Bank of England, la Banca nazionale svizzera e la Banca del Giappone interverranno con l’obiettivo di fornire liquidità in dollari alle banche dell’area euro.

Hanno contribuito ad allentare le tensioni anche le dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy sulla permanenza della Grecia nell’area della moneta unica.

L’indice SMI dei titoli guida ha terminato le contrattazioni a 5’433.48 punti, in rialzo dello 0,29%, mentre l’indice complessivo SPI si è attestato a quota 4’957.27, con una progressione dello 0,46%.

Tra le blue chip sono solo tre i titoli che hanno perso terreno: Actelion (-1,25%, a 32,36 franchi), il peso massimo Nestlé (-0,26% a 48,95 franchi) e UBS, che ha subito un tracollo del 10,8% a 9,75 franchi. Stando agli operatori, per UBS è forte il rischio di un danno alla propria immagine: in gioco vi è inoltre il futuro del settore dell’investment banking.

Di segno nettamente positivo gli altri finanziari, con Credit Suisse che è salita del 5,8% a 21,70 franchi e Julius Bär del 4,3% a 30,94 franchi. Forte avanzata anche di Zurich Financial (+4,47% a 173,0 franchi) e di Swiss Re (+3,50% a 40,21 franchi). Tra i titoli difensivi Roche ha guadagnato lo 0,29% a 137,90 franchi, mentre Novartis è progredita leggermente dello 0,14% a 48,92 franchi.

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