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Borsa svizzera: vicina alla parità

(Keystone-ATS) La borsa svizzera si sta muovendo vicino alla parità: alle 15.30 l’indice dei valori guida SMI segnava 5657,32 punti (-0,04% rispetto a venerdì), mentre il listino globale SPI era in flessione dello 0,07% a 5150,20 punti.

A frenare gli slanci degli investitori, come sulle altre piazze continentali, sono soprattutto le incertezze politiche in Grecia e in Italia. Per quanto riguarda la Penisola in mattinata è stato raggiunto un nuovo record storico per il rendimento di un titolo di stato a dieci anni, salito al 6,66%: la Banca centrale europea ha reagito acquistando obbligazioni italiane. Voci su imminenti dimissioni del premier Silvio Berlusconi hanno poi fatto diminuire i differenziali di rendimento sul Bund, tornati poi a crescere dopo le smentite.

L’euro si sta intanto rafforzando sul franco in seguito alle dichiarazioni del presidente della Banca nazionale svizzera Philipp Hildebrand, che ha parlato di possibili nuovi interventi. Tanto più che – notizie di oggi – in ottobre l’inflazione è risultata negativa (-0,1% su base annua) e la disoccupazione in crescita, seppur lieve (al 2,9%).

Sul fronte interno si muove bene UBS (+1,93%): secondo una notizia di stampa Sergio Ermotti assumerà la direzione dell’istituto a titolo definitivo. Si è ripresa anche Credit Suisse (+1,42%) e pure Julius Bär (-0,81%) è risalita dai minimi di giornata: stando a un domenicale avrebbe aumentato la sua offerta all’istituto olandese Rabobank per rilevare la banca privata basilese Sarasin (+5,98%). Fra gli assicurativi Swiss Re (+1,33%) appare più tonica di Zurich (-0,25%).

Tra i titoli più legati alla congiuntura ABB (+1,26%) tiene meglio di Adecco (-1,93%) e di Holcim (-0,66%): le due aziende pubblicheranno i loro trimestrali rispettivamente domani e mercoledì. Il segmento del lusso vede in difficoltà sia Swatch (-1,17%) – il CEO Nick Hayek ha spiegato alla Reuters che i margini sono sotto pressione per via dei cambi – sia Richemont (-0,31%). Contrariamente alle prime ore di contrattazione i difensivi Nestlé (-0,59%), Novartis (+0,18%) e Roche (-0,91%) non hanno più un orientamento preciso.

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