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Borsa svizzera chiude debole, SMI -1,83%

(Keystone-ATS) La borsa svizzera ha chiuso la prima seduta del 2016 con l’indice SMI dei principali titoli in flessione dell’1,83% a quota 8’656.31, mentre l’indice complessivo SPI è arretrato dell’1,81% a 8’929.25 punti.

La corrente di vendite ha investito tutte le principali piazze europee, in scia al forte calo dei listini asiatici e nonostante la crescita dell’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona a dicembre. Anche Wall Street ha avviato le contrattazioni con un tonfo del 2,01%, accentuando le perdite con il passare delle ore.

Ad innescare la spirale al ribasso sono state le borse di Shanghai e Shenzhen, che dopo aver segnato una flessione di oltre 7 punti percentuali, sono state costrette stamane alla chiusura “forzata” in base a un meccanismo automatico di “interruzione degli scambi” introdotto proprio oggi per frenare la volatilità sui mercati asiatici.

Il blocco ha fatto seguito alla nuova frenata a dicembre per l’industria cinese, con l’indice Pmi manifatturiero sceso a 48,2 punti, sotto le attese degli analisti che si aspettavano invece una crescita. Si è trattato, ricorda l’agenzia Bloomberg, del quinto mese consecutivo in calo, la serie negativa più lunga dal 2009.

I listini hanno inoltre subito le ripercussioni delle tensioni tra Iran e Arabia Saudita, che hanno fatto risalire le quotazioni del prezzo del petrolio.

Sulla piazza zurighese le perdite più consistenti sono state fatte segnare dal segmento del lusso, con Swatch che è risultata in arretramento del 4,17% (a 335.60 franchi), proprio a causa delle ombre che pesano sull’economia cinese, uno dei principali sbocchi commerciali del gruppo. Richemont da canto suo ha lasciato sul terreno il 3,12% (a 69.85 franchi).

Molto deboli anche gli assicurativi (Zurich Insurance -3,17% a 250.20 franchi; Swiss Re -2,45% a 95.75 franchi), così come i bancari: Credit Suisse è scivolata all’indietro del 2,54% (a 21.14 franchi), Ubs del 2,36% (a 19.06 franchi) e Julius Bär del 2,40% (a 47.49 franchi). Non si sono salvati dall’ondata ribassista i valori ciclici, più sensibili alle variazioni congiunturali: negativa, in particolare, la prestazione del gigante del cemento LafargeHolcim, arretrata del 3,44% (a 48.57 franchi).

Hanno resistito meglio i titoli difensivi, che pur chiudendo chiaramente in rosso, hanno fatto meno peggio dell’andamento generale del mercato: il colosso dell’alimentare Nestlé ha ceduto l’1,34% (a 73.55 franchi), Novartis l’1,44% (a 85.55 franchi) e Roche l’1,16% (a 273.20 franchi).

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