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Borsa svizzera chiude in forte calo

(Keystone-ATS) La Borsa svizzera ha chiuso le contrattazioni odierne in forte calo con l’indice SMI dei titoli guida in flessione del 2,01% a 8’278,07 punti, mentre l’indice complessivo SPI ha ceduto il 2,03% a quota 8’467,46.

Tutte le borse europee hanno trascorso la giornata all’insegna delle vendite per i timori di un rallentamento dell’economia mondiale e in attesa di chiarimenti sulle intenzioni della Fed riguardo ai tassi. Nelle prossime ore è in programma un discorso della presidente Janet Yellen, a mercati chiusi, dedicato al tema dell’inflazione. L’atmosfera è poi sempre avvelenata dallo scandalo delle auto truccate di Volkswagen.

Nessun effetto benefico ha avuto la notizia relativa alla fiducia delle imprese tedesche, che ha messo a segno un guadagno a sorpresa a settembre, registrando il terzo aumento mensile consecutivo. E non hanno contribuito a risollevare il morale degli investitori nemmeno i dati americani relativi a sussidi di disoccupazione, ordini durevoli e vendite di case, risultati migliori delle attese. Wall Street ha aperto in calo e l’andamento del mercato è peggiorato nelle ore seguenti.

Tutte le blue chip hanno contribuito a trascinare verso il basso i listini della piazza zurighese, anche i pesi massimi difensivi considerati più resistenti alla crisi: Novartis ha perso il 2,16% (a 88.40 franchi), Roche l’1,41% (a 245.00 franchi) e il colosso dell’alimentare Nestlé l’1,81% (a 70.40 franchi).

Fortemente penalizzati i valori finanziari, con UBS in flessione del 2,67% (a 17.47 franchi), Credit Suisse dell’1,92 (a 23.47 franchi) e Julius Bär del 2,42% (a 41.98 franchi).

Al movimento al ribasso non sono sfuggiti gli assicurativi (Zurich Insurance -2,35% a 236.40 franchi; Swis Re -1,51% a 81.35 franchi), né tanto meno il segmento del lusso (Swatch -3,21% a 350.30 franchi; Richemont -2,16% a 72.50 franchi).

Le perdite più pesanti sono state fatte segnare dalla volatile Transocean (-4,11% a 13.07 franchi) e da LafargeHolcim (-3,73% a 50.30 franchi), che sta scontando il rallentamento congiunturale dei paesi emergenti in cui è presente. Dall’inizio dell’anno il titolo ha perso oltre il 20%.

Sul mercato allargato Schindler ha fatto un tonfo del 6,77% (a 137.70 franchi): oggi è stato reso noto che due dirigenti cinesi del gruppo lucernese sono stati fermati in patria per essere interrogati a causa di presunte irregolarità finanziarie ai danni dell’azienda.

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