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Borsa svizzera chiude in perdita, SMI -0,54%

(Keystone-ATS) Ancora una giornata contraddistinta dall’incertezza alla borsa svizzera dovuta al problema del debito pubblico di alcuni paesi-chiave dell’eurozona e a dati congiunturali statunitensi peggiori del previsto. In chiusura, l’indice dei titoli guida SMI ha ceduto lo 0,54% a 5447,66 punti. Sul mercato allargato, l’SPI ha perso lo 0,53% attestandosi a 4939,67 punti.

Stando ad operatori sentiti dalla reuters, la prudenza è d’obbligo viste le incertezze attuali. Nonostante il cambio di governo in Italia, la speculazione sui titoli di Stato non accenna a placarsi. Sono stati toccati nuovi record per i titoli di Stato a 2 e 5 anni.

La situazione del debito pubblico ha avuto ripercussioni negative sui titoli bancari – con eccezioni – e assicurativi. Ubs ha ceduto il 2,06% a 10 franchi, Credit Suisse l’1,33% a 19,98 franchi, mentre Julius Baer ha guadagnato l’1,65% a 31,51 franchi. Male tra gli assicurativi ZFS, che ha ceduto l’1,24% a 190,50 franchi, mentre Swiss Re ha segnato una progressione dello 0,29% a 45,07 franchi.

In calo anche i ciclici, visti i timori sulla congiuntura, con ABB in flessione dello 0,89% a 15,57 franchi, Adecco del 2,45% a 35,46 franchi e Holcim dello 0,81% – dopo una mattinata in crescita – a 48,73 franchi.

Tra i pesi massimi, Roche ha invertito la tendenza fino a perdere lo 0,36% a 136,70 franchi. In negativo anche Novartis: -0,93% a 48,80 franchi. Nestlé ha ceduto lo 0,10% a 51,45 franchi. Il gigante alimentare ha comunicato di voler aprire una fabbrica in Brasile per un investimento di oltre 80 milioni di franchi.

Dopo una mattinata in crescita i titoli del lusso hanno perso smalto nel pomeriggio fino a scivolare sotto la linea di demarcazione: Swatch ha ceduto l’1,29% a 329 franchi e Richemont l’1,92% a 44,38 franchi. Stamane sono state rese note le cifre dell’export in ottobre, sempre sostenute per il settore orologiero; il lusso sembra vaccinato contro la crisi.

Transocean ha chiuso quasi invariata (+0,05% a 41,67 franchi). La società ha distribuito un dividendo di 0,79 dollari. Tra le blue chip si è messa in luce Givaudan, che ha registrato un incremento del 4% (a 793 franchi).

Sul mercato allargato, Carlo Gavazzi ha perso il 2,9% a 197,10 franchi. Il gruppo di Zugo attivo nella fabbricazione di componenti elettronici ha archiviato il primo semestre 2011/12 con un utile netto di 7,1 milioni di franchi, 400 mila in meno rispetto all’anno scorso. I ricavi sono scesi del 18,5% a 74 milioni, come anche le entrate degli ordinativi (-33,1% a 72,8 milioni). Il mercato ha giudicato deludenti queste cifre.

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