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Borsa svizzera chiude in perdita, SMI -0,73%

(Keystone-ATS) Chiusura negativa per la Borsa svizzera che ha terminato le contrattazioni con l’indice dei titoli guida SMI in flessione dello 0,73% a 6’192,42 punti, mentre l’indice complessivo SPI si è attestato a quota 5’609,12 punti, in calo dello 0,70%.

Sui mercati hanno continuato ad aleggiare le incertezze legate alla crisi del debito greco, ma ha inciso negativamente anche l’inaspettata contrazione in Eurolandia dell’attività nel settore manifatturiero e dei servizi.

A febbraio – secondo la stima preliminare dell’indice Pmi (Purchasing Managers’ Index) – l’indice è calato a 49,7 da 50,4 di gennaio, scendendo al di sotto della soglia dei 50 punti che fa da spartiacque tra espansione e contrazione del ciclo. Gli economisti puntavano su un rialzo a quota 50,5.

Preoccupazioni sono peraltro state espresse anche per il continuo aumento del prezzo del petrolio.

La pressione a Zurigo è giunta dai pesi massimi Novartis e Roche, che hanno ceduto rispettivamente lo 0,38% (a 52,20 franchi) e l’1,49% (a 159,20 franchi). Il gigante dell’alimentare Nestlé è invece rimasto stabile (a 55,55 franchi).

Deboli i bancari: UBS ha fatto un tonfo del 3,34% (a 12,75 franchi), Credit Suisse ha ceduto l’1,47% (a 24,84 franchi) e Julius Bär ha perso l’1,09% (a 36,26 franchi). Di segno negativo anche gli assicurativi Zurich Financial (-0,97% a 223,60 franchi) e Swiss Re (-2,66% a 53,00 franchi).

Tre i titoli controcorrente: Syngenta (+1,80% a 299,80 franchi), Richemont (+0,18% a 54,90 franchi) e Givaudan (+0,06% a 878,50 franchi).

Stamane il produttore di impianti dentali Straumann ha reso noto di aver registrato lo scorso anno un utile netto in calo del 46% a 71 milioni di franchi, su un giro d’affari sceso del 6% a 693,6 milioni. Il titolo ha perso l’8,4% (a 145,70 franchi).

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