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Borse affondano ancora, Milano maglia nera

(Keystone-ATS) Il rimbalzo di ieri è stato solo un miraggio per le borse mondiali, frenate oggi dal crollo delle banche, dal nuovo calo del greggio e dall’FMI che denuncia una crescita globale modesta, con rischi di ribasso dovuti a Cina, “emergenti” e al rafforzamento del dollaro.

La scintilla è scoccata stamattina in Asia, a ranghi ridotti per le festività cinesi e giapponesi, con Hong Kong (-3,85%) in affanno. In Europa si è capito subito che il temporale non era isolato, così gli indici di Borsa hanno imboccato senza esitazione la via del ribasso, con Milano (Ftse Mib -5,63% in chiusura) maglia nera.

Da sola Piazza Affari ha bruciato oltre 23,4 miliardi di euro, vale a dire quasi un decimo di quanto è andato in fumo in Europa (242 miliardi). Protagoniste dell’ecatombe ancora una volta le banche.

Dopo aver guidato i rialzi di ieri, oggi sono state la zavorra dei listini, insieme ai titoli petroliferi, dopo l’ennesimo scivolone del greggio, che a New York è sceso a 26,6 dollari al barile, sorprendendo perfino la presidente della Fed Janet Yellen, ascoltata anche oggi dal Parlamento Usa.

Yellen ha affermato che “non è da escludere “l’ipotesi di tassi negativi”, parole giunte però troppo tardi per influire sui listini europei, ma che non hanno scaldato i cuori neanche a Wall Street, che ha proseguito la sua corsa al ribasso (Dow Jones -2%) in serata, con il Nasdaq più cauto a -0,7%.

Lunedì sarà la volta del presidente della Bce Mario Draghi, che parlerà davanti al Parlamento Ue, ma i mercati, come commenta un gestore di fondi da Lucerna che vede “avvicinarsi lo spettro del 2008”, appaiono “molto disorientati”, poiché, con i tassi d’interesse “quasi a zero”, la percezione diffusa – spiega – è che “le Banche centrali non hanno altri strumenti di intervento e quindi il mercato si sente alla deriva”.

Proprio le banche vengono ora scambiate in Borsa con uno sconto di circa il 40% rispetto ai normali prezzi di mercato. Oggi sono crollate SocGen (-12,57%), dopo dati inferiori alle stime degli analisti, Credit Suisse (-8,41%), che li ha delusi la settimana scorsa, Ubi Banca (-12,11%) dopo i conti e Deutsche Bank (-6,14%), i cui Cds, i titoli-polizza sul rischio di insolvenza, sono balzati a 292 punti base, contro i 103 dello scorso 4 febbraio.

La tempesta si è riversata anche sui titoli di stato, con i Btp triennali italiani andati oggi all’asta che hanno visto salire il rendimento allo 0,11%, contro lo 0,2% precedente. Lo spread con i Bund tedeschi per i titoli decennali è salito a 152,4 punti, dopo essere volato fino a 160 dai 139,5 della chiusura di ieri.

Manca poco ormai ai 158,8 punti dei Bonos spagnoli. Sul fronte delle valute oggi è crollato il rublo, legato all’andamento del greggio, mentre il biglietto verde è sceso sia nei confronti dell’euro che dello yen, creando le condizioni ideali per il rialzo dell’oro salito del 5,8% ai massimi degli ultimi 12 mesi.

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