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Brexit: al via iter della legge che modifica impegni GB

Scatta oggi l'iter alla Camera dei Comuni britannica del contestato progetto di legge presentato dal governo Tory di Boris Johnson sul dopo Brexit. KEYSTONE/AP/Stefan Rousseau sda-ats

(Keystone-ATS) Scatta oggi l’iter alla Camera dei Comuni britannica del contestato progetto di legge presentato dal governo Tory di Boris Johnson sul dopo Brexit.

Un testo che mira a rimettere platealmente in discussione alcuni degli impegni assunti da Londra con l’Ue in sede di divorzio, in particolare sul protocollo relativo alla delicata questione dei confini dell’Irlanda del Nord, e che Bruxelles ha intimato di ritirare entro fine settembre pena azioni legali e stop agli affannati negoziati in corso sulle relazioni commerciali future.

Per ora tuttavia Johnson non sembra intenzionato a fare passi indietro, malgrado le critiche incassate anche sul fronte interno con il no preannunciato da diversi deputati ed ex ministri dello stesso gruppo conservatore e le proteste di ben 5 ex inquilini di Downing Street suoi predecessori.

L’introduzione della legge in aula è stata affidata al ministro delle Attività Produttive, Alok Sharma, mentre della replica serale è stato incaricato il “dottor sottile” del governo, Michael Gove.

La procedura prevede un primo voto dell’assemblea elettiva sul testo in generale (“second reading” nel vocabolario parlamentare di Westminster) stasera attorno alle 23 ora svizzera: voto su cui il governo, che conta su una mega maggioranza di partenza di circa 90 seggi, non dovrebbe avere problemi.

Gli ostacoli potrebbero invece venire dalla battaglia sugli emendamenti – in commissione prima e in aula la settimana prossima -, a partire da quello che che punta a minimizzare, se non cancellare, la minaccia di revisione degli impegni sull’Irlanda del Nord ideato da una delle voci critiche interne al gruppo Tory, il presidente della commissione Giustizia, Bob Neill. E poi dal passaggio alla Camera non elettiva dei Lord.

Contro il progetto di legge, che l’esecutivo difende come costituzionalmente legittimo dal punto di vista della legislazione nazionale pur ammettendo d’esser disposto a violare “in maniera limitata il diritto internazionale”, si sono intanto espressi tutti gli ex primi ministri viventi: ai laburisti Tony Blair e Gordon Brown e ai conservatori John Major e Theresa May, s’è aggiunto oggi – sebbene evocando solo “dubbi”, in tono più ambiguo – David Cameron, anche lui Tory. Durissimi poi i partiti d’opposizione, col Labour di Keir Starmer che per bocca dell’ex leader Ed Miliband e attuale ministro ombra alle Attività Produttive, ha parlato di “teppismo legislativo”.

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