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Brexit: innalzamento età pensionabile Gb con meno migranti

Chi ha la pensione è ormai pagato meglio di chi lavora, in media, nel Regno Unito (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Chi ha la pensione è ormai pagato meglio di chi lavora, in media, nel Regno Unito.

Lo conferma un ultimo rapporto – specchio di un Paese ad alta occupazione, ma con tanti contratti precari o low cost – mentre per la generazione attiva si preannuncia un altro grattacapo: l’età pensionabile potrebbe essere innalzata ulteriormente, e rinviata, laddove fosse rispettato l’impegno post Brexit dell’attuale governo Tory, a ridurre il numero di migranti.

L’ipotesi di un futuro innalzamento dell’età pensionabile viene accreditata oggi in prima pagina dal Daily Telegraph, giornale conservatore che cita fonti governative.

Si tratterebbe di una conseguenza – a Brexit attuata, di qui ad almeno due anni – dell’eventuale diminuzione dell’impatto della forza lavoro straniera (ed europea) nel Regno laddove il flusso migratorio dovesse subire davvero significative limitazioni col superamento da parte britannica del principio di libera circolazione.

Intanto, però, a gettare un’ombra sulle prospettive future del Paese, spuntano i dati della Resolution Foundation, ripresi oggi dalla Bbc, secondo cui i redditi medi delle famiglie che vivono di pensione superano ormai di 20 sterline alla settimana quelli di coloro che vivono di stipendio.

Nel 2001 erano inferiori di 70 sterline. E con un elemento d’allarme in più: un incremento degli assegni previdenziali, calato in questi anni dal 30 al 7%, che non lascia presagire molto di buono per i futuri pensionati britannici.

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