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Brexit: nel primo voto dei tory vola Theresa May

Theresa May KEYSTONE/AP/MATT DUNHAM sda-ats

(Keystone-ATS) La dura e tiepidamente europeista ministra dell’Interno Theresa May spicca il volo con 165 preferenze per prendere il posto di David Cameron nella roulette della nomination conservatrice britannica.

La consultazione stasera ha fatto la sua prima vittima, l’ex ministro alla Difesa Liam Fox, caduto nella prima delle tre previste votazioni in cui ha riscosso solo 16 voti.

May, data per favorita dai sondaggi, fra i 330 parlamentari conservatori ai Comuni ha raccolto quasi cento voti in più dei 66 della più diretta sfidante, la ministra dell’ Energia, Andrea Leadsom, convinta ‘brexiter’ che oggi ha registrato l’endorsement dell’ex favorito, Boris Johnson, ariete della campagna per il Leave il cui recente forfait a sorpresa ha riaperto i giochi.

Degli altri due candidati rimasti in lizza, il ministro della Giustizia, il 48enne Michael Gove, ha ottenuto 48 voti dai suoi compagni di partito, mentre l’outsider 43enne Stephen Crabb, europeista, si è fermato a 34.

In un Regno Unito stordito dall’esito del referendum sull’Ue, con un primo ministro dimissionario e i principali partiti senza più leadership, il Partito Conservatore ha iniziato il processo che, dopo l’estate, partorirà un nuovo leader e il premier che dovrà condurre in porto la trattativa con Bruxelles.

Quattro i candidati, tra cui due donne, rimasti in lizza – dopo l’inaspettata uscita di scena di Johnson, e oggi del giovane ‘outsider’ Crabb. Da oggi in testa la ministra dell’Interno Theresa May, 59 anni, europeista ma con fama di dura – da anni va dicendo di volere un Partito conservatore “cattivo” – che si è guadagnata rispetto e prestigio tenendo per un tempo record di sei anni una poltrona “scomoda” che ha ‘bruciato’ più di un politico.

È considerata di gran lunga la candidata più esperta in politica e in economia e, malgrado il suo filo-europeismo, sembra riscuotere la fiducia necessaria per fare lo “sporco lavoro” di negoziare una uscita dall’Europa il più possibile indolore: “Brexit significa Brexit”, ha pragmaticamente dichiarato nel lanciare la sua candidatura.

A tallonarla – ma oggi un po’ più da lontano – c’è l’astro nascente e ministra per l’Energia, la 53enne Leadsom, con alle spalle una carriera nella Banca d’Inghilterra, convinta “brexiter” che dichiara incrollabile fiducia: “Il futuro per i nostri figli e nipoti – ha dichiarato – sarà magnifico, ma ora dobbiamo stringerci per fare di questa opportunità (la Brexit) una realtà”.

Altre due le votazioni sono in programma, dopo quella tenuta oggi, nelle quali i deputati Tory scremeranno di volta in volta il meno votato, fino a ridurli a due. Questi poi si giocheranno la “finale” a colpi di dibattiti e campagne elettorale per tutta l’estate, mentre voteranno per posta per scegliere il leader i 150.000 circa iscritti al partito: solo gli iscritti già tesserati al momento in cui è partita il processo della nomination, il 29 giugno.

La vincitrice o vincitore della contesa finale darà il cambio a Cameron al 10 di Downing Street il 9 settembre, in attesa di sottoporre il programma per il Paese e per i conservatori alla Conferenza del partito, prevista per il 2 ottobre.

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