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Buco dell’ozono ai minimi storici

Da tempo la situazione viene monitorata con attenzione. KEYSTONE/AP NOAA/STR sda-ats

(Keystone-ATS) Sull’Antartide si è ristretto il buco dell’ozono: ha raggiunto l’estensione minima registrata dall’anno della sua scoperta, nel 1982. Adesso si estende per 10 milioni di chilometri quadrati, rispetto ai 16 milioni di chilometri quadrati misurati l’8 settembre scorso.

A indicare il record sono i dati dei satelliti della Nasa e dell’Ente americano per le ricerche su atmosfera e oceani (Noaa). A causare il restringimento è stato il riscaldamento record avvenuto nella stratosfera, la fascia dell’atmosfera in cui si trova l’ozono, alla quota di a circa 20 chilometri: le temperature più alte riducono infatti la formazione delle nuvole nelle quali si concentrano i composti che lo distruggono, ossia cloro e bromo.

L’ozono è un gas formato da tre atomi di ossigeno che, alla quota compresa tra 11 e 40 chilometri, scherma il pianeta dai pericolosi raggi ultravioletti del Sole, che possono causare tumori della pelle, problemi alla cataratta e danni alle piante. Per questo la notizia della riduzione del buco dell’ozono sull’Antartide “è ottima” rileva Paul Newman, del Goddard Space Flight Center della Nasa. “Ma bisogna riconoscere – aggiunge – che ciò è anche dovuto alle temperature di quest’anno nella stratosfera. Non è un segno che il buco dell’ozono è improvvisamente sulla buona strada per il recupero”.

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