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Bush risorge in New Hampshire, trionfo Trump-Sanders

(Keystone-ATS) Storia di due vittorie annunciate. Le primarie del New Hampshire, come ampiamente anticipato dai sondaggi, vedono Donald Trump trionfare nettamente tra i candidati repubblicani alla Casa Bianca. Mentre in campo democratico Bernie Sanders surclassa Hillary.

Ma il ‘Granite State’, che spesso ha regalato risultati imprevedibili, non delude neanche stavolta, e regala una grande, doppia sorpresa: la resurrezione di Jeb Bush da una parte e il tonfo del suo ex pupillo Marco Rubio dall’altra. L’ex governatore della Florida, autore finora di una campagna elettorale incolore che lo ha relegato in fondo a tutti i sondaggi, si rende protagonista di un clamoroso testa a testa per il terzo posto con l’ultarconservatore Ted Cruz. Un duello fino all’ultimo voto dietro all’altra rivelazione di queste primarie repubblicane: il governatore dell’Ohio John Kasich, che finisce secondo alle spalle del tycoon newyorchese.

“La campagna non è morta”, esultano al quartier generale di Bush, dove nella notte del New Hampshire si respira un clima di rinascita. E forse, più della vicinanza della madre Barbara che negli ultimi giorni non lo ha mollato un minuto, a costruire questa piccola-grande vittoria di Jeb è stato lo scivolone di Rubio. Il giovane senatore di origini cubane ha pagato a caro prezzo – con un quinto posto – l’ultimo disastroso dibattito televisivo, che ha messo a nudo molte delle sue vulnerabilità.

La sfida di Jeb ora, in vista delle primarie nel sud del Paese – è quella di ricompattare l’establishment del partito repubblicano attorno alla sua candidatura. Convincendolo a lasciare al suo destino proprio Marco Rubio, su cui molti avevano puntato nelle ultime settimane. E imponendosi come l’unico moderato che può vincere la nomination repubblicana impedendo che finisca nelle mani di due ‘estremisti’ come Donald Trump e Ted Cruz. Anche se dovrà fare i conti con un altro moderato venuto alla ribalta in New Hampshire: John Kasich.

Sul fronte democratico la batosta presa da Hillary non è da poco. I sondaggi non lasciavano sperare in una vittoria, ma l’obiettivo dell’ex first lady era quello di limitare i danni. L’operazione non è riuscita, e ora si pensa alla rivincita in South Carolina a fine febbraio e nel ‘Supertuesday’ del primo marzo, giorno in cui si voterà in una decina di stati, molti dei quali considerati roccaforte dei Clinton.

“Mi congratulo con il senatore Sanders – ha detto Hillary ammettendo già ai primi risultati la sconfitta – ma sono io che rappresento la vera svolta”. “So che ho molto lavoro da fare, e lavorerò più di ogni altro, lotterò per ogni voto. E alla fine vinceremo insieme la nomination e queste elezioni”, ha concluso davanti ai suoi fan. Accanto sul palco il marito Bill e la figlia Chelsea.

Intanto i vertici del Grand Old Party esultano, definendo la sconfitta di Hillary – l’avversaria più temuta – “devastante”. La vera festa però è da Sanders: “Vinceremo in tutto il Paese, perché la gente vuole il vero cambiamento”.

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