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Caldo: la Russia brucia, il patriarca invoca la pioggia

(Keystone-ATS) MOSCA – La Russia è in fiamme: moltissimi i campi di grano distrutti, disperati gli agricoltori, mentre i vigili del fuoco cercano di evitare che le fiamme raggiungano i siti nucleari. Una situazione drammatica, che finora ha provocato la morte di 28 persone, tanto che il patriarca della chiesa ortodossa russa, Kirill, ha invitato i fedeli a pregare per la pioggia.
Gli incendi continuano a propagarsi bruciando centinaia di ettari di foresta, anche in seguito a un’ondata senza precedenti di grande caldo che da giugno tiene in ginocchio gran parte del Paese. Finora, il ministero delle Emergenze ha dato conto di 774 incendi, 369 scoppiati da sabato, che hanno interessato un’area grande come tutta la città di Los Angeles, ovvero circa 130.000 ettari. E sono 5.200 le persone evacuate.
“Il dolore ha colpito la nostra nazione – ha detto oggi il patriarca in una preghiera durante una visita nella regione di Nizhny Novgorod, tra le più colpite dagli incendi – abbiamo perso vite umane, centinaia di persone sono rimaste senza casa e migliaia tra cui molti bambini non hanno più mezzi di sostentamento. Chiedo a tutti voi di unirvi in preghiera affinché la pioggia discenda sulla nostra terra”. I servizi forestali regionali hanno fatto sapere che le fiamme hanno raggiunto la regione dell’estremo oriente interessando circa 100.000 ettari di taiga.
Intanto i vigili del fuoco stanno cercando di impedire che il fuoco, che sta bruciando la riserva naturale in Mordovia, raggiunga il sito nucleare Arzamas-16 di Sarov, oggi utilizzato come centro di ricerca, famoso per essere il laboratorio dove furono costruite le prime bombe atomiche e all’idrogeno sovietiche. Ma il controllo delle fiamme è reso ancora più difficile dalla scarsa visibilità che non consente di utilizzare elicotteri e aerei antincendio. Timori anche per il sito di Novo-Voronej (600 km a sud-est di Mosca), che però in serata ha ridimensionato il pericolo cui è esposto.
Il ministero delle Emergenze, che oggi ha rassicurato il Paese affermando che la situazione “è sotto controllo”, ha tuttavia spiegato che “la minaccia di nuovi incendi è sempre presente” dal momento che le condizioni climatiche restano sfavorevoli in molte regioni del centro e del Volga, con temperature che toccano i 40 gradi e venti di oltre 70 km/h.
Per combattere le fiamme le autorità hanno messo in campo circa 240.000 uomini e più di 30.000 veicoli, mentre il premiere Vladimir Putin ha chiesto al governo di stanziare 5 miliardi di rubli (127 milioni di euro circa) per le vittime degli incendi.

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