Prospettive svizzere in 10 lingue

Cantoni chiedono prudenza a Confederazione su dossier lingue

Cantoni chiedono prudenza a Berset prima di intervenire sull'insegnamento delle lingue Keystone/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) Se la Confederazione dovesse intervenire, il dossier delle lingue potrebbe diventare una “prova di forza su scala nazionale”.

È quanto ritiene la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDEP), che ha scritto una lettera in tal senso al consigliere federale Alain Berset. Quest’ultimo sta preparando un progetto di revisione della legge in materia.

Un intervento di Berna presenta rischi considerevoli, secondo la CDEP, che chiede di studiare la questione con tutta la proporzionalità e le precauzioni del caso.

“Le armonizzazioni del sistema educativo devono avvenire in modo coordinato a livello cantonale”, rileva la CDEP, sottolineando come per questo motivo ci voglia “pazienza e rispetto”, si legge sul suo sito internet.

La strategia delle lingue adottata nell’ottobre del 2014 dalla CDEP prevede l’insegnamento di due lingue “straniere” – di cui almeno una nazionale – già alla scuola elementare. Questo principio è però messo in discussione da diversi cantoni svizzeri, come Turgovia, Glarona, Zurigo e Lucerna.

L’obiettivo di un’armonizzazione dell’insegnamento delle lingue sembra “concretamente in pericolo”, secondo il ministro dell’interno, Alain Berset. Il consigliere federale ha peraltro più volte annunciato la sua intenzione di intervenire nel dossier, se i cantoni sacrificano la seconda lingua nazionale nei loro programmi scolastici. L’Ufficio federale della cultura è stato incaricato di preparare un progetto di revisione della legge sulle lingue, da porre in consultazione.

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