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Capo Esercito: servono più soldi

"che volete che faccia con 5 miliardi?": il comandante di corpo Philippe Rebord oggi a Berna Keystone/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Il capo dell’Esercito Philippe Rebord vuole più soldi per le Forze armate. I 5 miliardi all’anno stanziati dal Parlamento non sono sufficienti a lungo termine, ha dichiarato oggi in conferenza stampa a Berna.

In occasione dei primi 100 giorni del suo mandato, Rebord ha ricordato l’artiglieria o i carri armati ormai vecchi. O si rinnovano i sistemi d’armamento, o si avranno delle carenze in futuro. Quale sia la somma adeguata per raggiungere gli obiettivi, ancora non è chiaro.

Chiara è invece la situazione degli aerei da combattimento: il Consiglio federale vuole prolungare la durata di vita degli F/A-18 fino al 2025. Se il Parlamento boccerà questa idea, non ci saranno più Forze aeree, ha affermato Rebord. I nuovi velivoli devono essere scelti entro il 2020, ha sottolineato.

La priorità è comunque la riforma dell’esercito, che entrerà in vigore l’anno prossimo. “La fase di pianificazione è finita, ora si passa all’applicazione”, ha spiegato ai media.

Il capo dell’Esercito si è dichiarato soddisfatto degli obiettivi precisi ricevuti dalla politica. Fra le altre cose, l’aumento della prontezza di intervento: in un lasso di tempo fra uno e tre giorni 8’000 militari equipaggiati devono essere pronti all’azione, ed entro dieci giorni 35’000.

Per raggiungere questo scopo servono 18’000 reclute all’anno, una cifra che potrebbe creare problemi: l’ultima scuola reclute è stata infatti completata solamente da 18’109 militi. In questo senso sono già state prese misure per evitare i numerosi abbandoni che si registrano nel primo mese di servizio. Il servizio civile, che sempre più spesso “ruba” potenziali militari, è invece affare della politica, ha detto Rebord.

Un altro settore su cui lavorare è quello della guerra elettronica. L’Esercito sta creando una rete sicura totalmente indipendente, che dovrebbe essere completamente operativa nel 2023. Le competenze per un cyber-attacco sono ormai disponibili, anche se mancano le basi legali per sferrarlo.

Nonostante l’importanza dei conflitti elettronici, le armi pesanti rimangono comunque fondamentali, secondo il capo dell’Esercito.

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