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Cartella elettronica, medici non obbligati ad accettarla

(Keystone-ATS) I medici non vanno obbligati ad accettare la cartella elettronica del paziente. Lo ha ribadito oggi – tacitamente – il Consiglio degli Stati, mantenendo questa importante divergenza col Nazionale in merito alla nuova Legge federale sulla cartella informatizzata.

Bisogna concentrarsi sulla medicina stazionaria, perché è lì che la sua introduzione porta i maggiori vantaggi, ha sostenuto il ministro della sanità Alain Berset. Le case per anziani medicalizzate e le case per partorienti avranno cinque anni di tempo per adattarsi, gli ospedali tre anni.

Il dossier torna alla Camera del popolo. Se non dovesse allinearsi alla posizione della Camera dei cantoni, sarà necessario convocare la Conferenza di conciliazione per sapere se i medici dovranno essere costretti ad accettare la futura cartella del paziente informatizzata.

La creazione della cartella elettronica rientra negli obiettivi della “Strategia nazionale eHealth”, per la cui attuazione è indispensabile una base legale. La nuova legge istituisce un quadro generale di riferimento.

Si tratta di impedire l’istituzione di 26 regimi non coordinati, ossia tanti quanti sono i cantoni. Il progetto apre dunque le porte a una soluzione nazionale, attesa da tempo, tanto che certi cantoni hanno già introdotto un sistema proprio.

Con il nuovo modello la qualità delle cure migliorerà. La cartella informatizzata del paziente riduce infatti il rischio di errore medico, semplificando l’accesso a informazioni oggi sparpagliate. Evita anche la ripetizione di analisi o radiografie.

Nella nuova cartella elettronica si potranno anche inserire informazioni circa la donazione di organi o le direttive mediche anticipate. Nessuno sarà comunque costretto a disporre di un dossier elettronico.

Le informazioni dei pazienti potranno essere consultate soltanto dai professionisti ai quali il paziente ha assegnato un diritto d’accesso. Anche gli stessi pazienti potranno accedere ai loro dati informatizzati.

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