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Caso Navalny, Mosca accusa l’Ue di russofobia

L'Alto Rappresentante Ue Josep Borrell KEYSTONE/AP/Jean-Christophe Verhaegen sda-ats

(Keystone-ATS) L’escalation del sentimento anti-russo non giova “alla stabilità in Europa”. Mosca risponde così a Bruxelles per l’imminente nuovo round di sanzioni deciso dai 27 Paesi dell’Unione Europa dopo l’avvelenamento del principe degli oppositori russi, Alexei Navalny.

A recapitare il messaggio è il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, che ha avuto una conversazione telefonica con l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri Josep Borrell (su iniziativa europea, ci tiene a precisare la parte russa).

Borrell, infatti, ha chiamato il suo omologo a Mosca per aggiornarlo sui risultati del Consiglio Affari Esteri – in cui si è deciso di procedere con le sanzioni, che ora dovranno essere ratificate dal vertice dei leader Ue di giovedì e venerdì – ribadendo la richiesta al governo russo di “indagare a fondo su questo crimine in piena trasparenza” e di “cooperare pienamente con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche”.

Poi per uno scambio di vedute su altri temi scottanti dell’agenda internazionale, come l’attuazione degli accordi di Minsk sul fronte ucraino, lo sviluppo della tregua (traballante) nel Nagorno-Karabakh e il dossier bielorusso. Tutti capitoli – tranne forse il conflitto tra Armenia e Azerbaigian – dove i rapporti fra Mosca e Unione Europa sono al minimo storico.

“Mosca ha sottolineato che fomentare i sentimenti anti-russi nell’Ue e creare nuove tensioni nelle relazioni con la Russia con pretesti inverosimili va contro l’obiettivo di stabilizzare la situazione in Europa”, ha risposto Lavrov a Borrell stando a una nota pubblicata dal ministero. “È stato osservato che queste relazioni possono essere basate solo sull’uguaglianza e sul rispetto dei reciproci interessi. Per raggiungere questo obiettivo, i Paesi che danno il tono all’Ue dovrebbero abbandonare i metodi basati sulla ricerca di una posizione di superiorità e ammettere che non c’è alternativa a un candido dialogo basato sui fatti”, prosegue la nota.

La stoccata è ovviamente indirizzata a Francia e Germania, che sull’affaire Navalny hanno tirato la volata agli altri partner. Certo, ora bisogna vedere che tipo di sanzioni saranno. Se morderanno davvero – Navalny ha chiesto di vietare l’ingresso e di congelare i beni alla corte di Putin, unico modo per colpire dove fa male – o se saranno ‘di maniera’.

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