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Caso Rappaz: canapaio vallesano ha ripreso sciopero fame

(Keystone-ATS) SION – Bernard Rappaz ha ripreso lo sciopero della fame dopo essere stato riportato in prigione giovedì scorso in seguito alla decisione in tal senso del Tribunale federale (TF). Lo ha dichiarato oggi all’ATS il suo avvocato Aba Neeman.
Sul piano giuridico al momento il difensore di Rappaz non può fare molto. Occorre attendere le motivazioni della sentenza del TF prima di considerare un eventuale seguito, quale un ricorso alla Corte europea dei diritti umani, o la possibilità di chiedere l’effetto sospensivo nel quadro della domanda di grazia che sarà esaminata in novembre dal Gran consiglio vallesano.
Giovedì scorso il TF ha respinto il ricorso presentato da Rappaz che chiedeva un’interruzione della pena, in attesa della decisione del parlamento cantonale.
Il celebre canapaio vallesano, che da fine luglio si trovava in detenzione domiciliare nella sua fattoria di Saxon (VS), è stato riportato dalla polizia il giorno stesso al carcere di Crêtelongue (VS), dov’è sottoposto all’obbligo di lavorare nell’officina per la fabbricazione di casse.
Secondo l’amico Boris Ryser, Rappaz dice di essere particolarmente stanco. Durante i 37 giorni di detenzione domiciliare ha ripreso peso, ma non ha potuto ricostituire la muscolatura.
Nella sua decisione di giovedì scorso, la Corte federale di diritto penale ha autorizzato le autorità vallesane a ricorrere all’alimentazione forzata, qualora lo sciopero della fame dovesse provocare danni irrimediabili alla salute del detenuto, oppure mettere in pericolo la sua vita.
Rappaz, ecologista, agricoltore e attivista per la depenalizzazione della cannabis, è stato incarcerato il 22 marzo. A maggio, debilitato in seguito a un digiuno di una quarantina di giorni, ha ottenuto gli arresti domiciliari per due settimane, per potersi ristabilire. Tornato in prigione il 21 dello stesso mese ha di nuovo rifiutato il cibo inoltrando una seconda richiesta di scarcerazione, istanza che il 9 luglio è stata respinta dal Tribunale cantonale vallesano.
A fine luglio, Rappaz è però tornato nella sua fattoria dove ha continuato a scontare la pena. La consigliera di Stato vallesana Esther Waeber-Kalbermatten aveva infatti ordinato la detenzione domiciliare nell’attesa della decisione del TF.
Rappaz è stato condannato in via definitiva a cinque anni e otto mesi per violazione grave della legge federale sugli stupefacenti e per amministrazione infedele aggravata. È stato riconosciuto colpevole di aver prodotto a venduto sull’arco di quattro anni 3,75 tonnellate di canapa e suoi derivati.
Il vallesano sarà convocato prossimamente davanti al Tribunale di Martigny (VS) per rispondere di reati di medesimo genere commessi in un secondo tempo, rispetto a quelli per i quali è incarcerato.

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