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Caso Regeni, no da Egitto a estradizioni e tabulati

(Keystone-ATS) L’Egitto dice ancora no ad alcune richieste italiane per far luce sull’omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso tra gennaio e febbraio scorsi, il cui cadavere fu ritrovato in un fosso lungo l’autostrada che collega Il Cairo e Alessandria.

Un diniego che, pur in assenza di reazioni ufficiali da parte dell’Italia, fa di nuovo salire la tensione tra i due Paesi.

“Incostituzionali” ha definito le richieste italiane il deputato Tarek al Kholi, segretario della commissione Esteri della Camera egiziana, riferendo l’esito “della riunione della Commissione parlamentare trilaterale egiziana (Esteri, Difesa e Diritti umani) con i rappresentanti del ministero dell’Interno, della Giustizia e della sicurezza nazionale”.

In particolare, il “no” egiziano all’Italia, imposto dalla Costituzione di quel Paese, riguarderebbe l’invio dei tabulati telefonici, l’estradizione di tre persone e l’acquisizione delle immagini di alcune telecamere a circuito chiuso. Ma una fonte investigativa italiana sottolinea che l’Italia “non ha chiesto alcuna estradizione” e che ha ricevuto già la gran parte dei tabulati telefonici richiesti.

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