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Centrali atomiche: sicurezza, carenze a Mühleberg e Beznau, IFSN

(Keystone-ATS) Malgrado le molte carenze riscontrate, per il momento le centrali nucleari svizzere possono continuare a produrre energia. A queste conclusioni è giunto l’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN) dopo aver analizzato la situazione dei cinque impianti elvetici alla luce della catastrofe di Fukushima. Le maggiori insufficienze in materia di resistenza a terremoti e alluvioni sono state evidenziate a Mühleberg (BE) e Beznau (AG).

Le carenze non rappresentano un “pericolo immediato” per la popolazione, scrive l’IFSN in un rapporto presentato oggi a Brugg (AG). Per realizzare la sua analisi, l’organo di sorveglianza aveva chiesto ai gestori degli impianti di verificare il sistema di alimentazione in acqua di raffreddamento, le piscine di stoccaggio dei combustibili e il loro raffreddamento in caso di sismi o inondazioni.

Il sistema di urgenza di Mühleberg “non è un’alternativa al prelievo di acqua di raffreddamento dal fiume Aare”, scrive l’IFSN. L’impianto di raffreddamento della piscina contenente i combustibili “non è inoltre abbastanza protetto contro i terremoti e le alluvioni”. Le misure di urgenza per ristabilire il raffreddamento in caso di eventi naturali di questo tipo sono “incomplete”, rileva l’IFSN.

A Beznau la situazione è simile, ma in aggiunta devono essere “apportati miglioramenti” allo stabile di deposito dei combustibili affinché resista meglio ai terremoti.

Nelle centrali di Leibstadt (AG) e Gösgen (SO) il livello e la temperatura della piscina di stoccaggio sono sì indicati nella sala di controllo principale, ma in modo non abbastanza sicuro in caso di incidente, rileva l’IFSN. I due valori non appaiono inoltre nel posto di comando di urgenza.

Le centrali avranno tempo fino al 31 agosto per presentare le misure che intendono adottare per rimediare alle carenze evidenziate. Dovranno inoltre portare prove supplementari che certifichino la sicurezza delle piscine di stoccaggio dei combustibili in caso di terremoti, alluvioni o esplosioni di idrogeno.

Entro il 30 giugno prossimo i gestori degli impianti dovranno dimostrare di essere in grado di far fronte ad un’inondazione estrema, di quelle che in media si verificano ogni 10’000 anni. Infine, entro il 31 marzo del 2012, dovranno dimostrare di poter resistere contemporaneamente ad un sisma – di quelli che colpiscono la Svizzera ogni 10’000 anni – e alla rottura di una diga nelle vicinanze.

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