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CF: “no” all’abolizione del canone radiotelevisivo

L'iniziativa No Billag KEYSTONE/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) L’accettazione dell’iniziativa popolare “Sì all’abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)” avrebbe profonde ripercussioni sul paesaggio mediatico svizzero e indebolirebbe sensibilmente la piazza mediatica elvetica.

Ne è convinto il Consiglio federale che raccomanda di respingere il testo senza opporgli un controprogetto.

Secondo il Governo, l’approvazione dell’iniziativa lanciata dall’Associazione “No Billag”, ridurrebbe inoltre fortemente la pluralità di opinioni e di offerta dei media elettronici. A pagarne le conseguenze più gravi sarebbero in particolare la Svizzera romanda, italiana e di lingua romancia.

Il Consiglio federale ha così ribadito la posizione espressa nel rapporto del 17 giugno 2016 sul servizio pubblico nell’ambito dei media, in cui è giunto alla conclusione che “anche in futuro la Svizzera necessiterà di offerte radiotelevisive indipendenti, di buona qualità, comparabili (…) in tutte le regioni linguistiche, per le quali devono essere messe a disposizione le necessarie risorse finanziarie”.

L’iniziativa popolare è stata depositata l’11 dicembre 2015 e ha raccolto 112’191 firme valide. Il suo obiettivo è far sì che le emittenti radiotelevisive titolari di una concessione non percepiscano più i proventi del canone di ricezione e che, in futuro, sia abolito anche qualsiasi sussidio diretto a beneficio delle emittenti radio-tv.

Affermando che la SSR gode di un “quasi-monopolio” sul settore, i promotori dell’iniziativa aspirano a un cambiamento di sistema che permetta una concorrenza leale tra i media. Il testo – che entrerebbe in vigore il primo gennaio dell’anno seguente la votazione popolare – prevede anche che le concessioni radio-tv vadano periodicamente messe all’asta.

Attualmente il canone radiotelevisivo ammonta a 451,10 franchi annui e viene riscosso riscosso dalla società Billag SA, che ha sede a Friburgo ed impiega quasi 230 collaboratori. Il mandato le è stato rinnovato fino al 2019, quando è prevista l’entrata in vigore di un nuovo sistema di riscossione. In concomitanza con il cambiamento verrà indetto un concorso per l’attribuzione del nuovo mandato da parte del Dipartimento federale delle comunicazioni (DATEC).

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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