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CF: cure mediche, ci vuole un centro nazionale di controllo

(Keystone-ATS) Migliorare la qualità delle cure mediche, ridurre le prestazioni inutili e aumentare la sicurezza dei pazienti. Per raggiungere questo obiettivo il Consiglio federale ha posto oggi in consultazione fino al 5 settembre un progetto di legge che prevede l’istituzione di un Centro nazionale di controllo. Due terzi dei costi dell’operazione dovrebbero ricadere sugli assicurati, attraverso un contributo di circa 3,50 franchi all’anno per persona.

“Un paziente su dieci durante una terapia ospedaliera ha subito un errore diagnostico, un’infezione o una medicazione sbagliata”, ha ricordato in conferenza stampa il ministro della sanità Alain Berset. Ciò prolunga la degenza ospedaliera in media di circa una settimana, comportando un grave onere per gli interessati e un aumento dei costi dell’ordine di milioni di franchi.

“Oggi – ha aggiunto Berset – non disponiamo di tutte le informazioni necessarie per valutare appieno questo problema e ci manca lo strumento per intervenire in maniera appropriata.” Denominato “Centro nazionale per la qualità”, il nuovo sistema sarà chiamato a coordinare le attività esistenti e a sostenere Confederazione, Cantoni e fornitori di prestazioni elaborando basi scientifiche e progetti concreti, senza tuttavia assumere compiti di sovranità o emanare regolamenti.

“È importante sottolineare la volontà di coordinare e non centralizzare”, ha puntualizzato il ministro, rilevando che gli attori già attivi in questo campo avranno posto nel nuovo organo. Alcune iniziative che mirano a migliorare la qualità delle cure esistono già e vanno semplicemente sviluppate, ha aggiunto, facendo l’esempio della lista di controllo nelle sale operatorie per scongiurare errori e dimenticanze.

Oltre a creare i presupposti per ridurre “incidenti medici”, il Centro dovrà pure valutare le tecnologie sanitarie, le prestazioni mediche nell’assicurazione obbligatoria, verificare l’impiego appropriato e il beneficio delle prestazioni, dei metodi di trattamento e dei medicinali. “È necessario capire perché in Svizzera alcune operazioni vengono realizzate più spesso che all’estero, e perché esistono importanti differenze fra le varie regioni del paese”, ha affermato Berset.

L’obiettivo dichiarato è ridurre il numero di trattamenti e interventi inefficaci o inutili, evitare i costi di un’assistenza non appropriata o eccessiva e rafforzare la qualità delle cure. La volontà è quella di creare un centro di competenze che possa portare a maggiore trasparenza, ha rilevato Berset, ricordando che in alcuni settori la Svizzera ha ancora passi da compiere rispetto ai paesi vicini. Basti pensare – ha aggiunto – che attualmente sono due le persone che si occupano della qualità delle cure sanitarie, mentre nel futuro Centro dovrebbero essere una trentina.

L’operazione costerebbe una trentina di milioni di franchi all’anno. L’esame delle prestazioni mediche sarebbe finanziato dalla Confederazione, nella misura di circa dieci milioni annui. I 22 milioni necessari per ottimizzare la qualità e la sicurezza dei pazienti sarebbero invece a carico degli assicurati.

In qualità di ente autonomo, il Centro sarà diretto da un consiglio di amministrazione composto al massimo di nove esperti indipendenti. Gli obiettivi strategici verranno fissati dal Consiglio federale, che farà capo a due piattaforme nazionali (una sulla qualità e l’altra sulle tecnologie sanitarie) nelle quali saranno rappresentati i Cantoni, le organizzazioni di pazienti, i fornitori di prestazioni, gli assicuratori e la Confederazione.

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