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CF: elettrosmog e salute, sì a monitoraggio nazionale

(Keystone-ATS) Un monitoraggio a livello nazionale dell’esposizione della popolazione alle radiazioni non ionizzanti, il cosiddetto “elettrosmog”. Lo ha proposto oggi il Consiglio federale di fronte al crescente utilizzo delle tecnologie di comunicazione senza filo.

Finora non si è mai provveduto a una tale sorveglianza, i cui costi complessivi sono stimati a 7 milioni sull’arco di dieci anni.

Il piano preconizzato dal governo risponde a un postulato dell’ex consigliera nazionale Yvonne Gilli (Verdi/SG). Il Consiglio federale scrive che un monitoraggio sistematico sull’intero territorio nazionale è “senza dubbio impegnativo ma in linea di massima fattibile”.

L’obiettivo del progetto è di misurare e calcolare le radiazioni, ma anche integrare i dati già rilevati nei cantoni. In un rapporto del 25 febbraio scorso intitolato “Reti mobili di nuova generazione”, il governo aveva già sottolineato che “il monitoraggio delle radiazioni di radiocomunicazione mobile e di quelle provenienti da altre fonti rappresenta una misura di accompagnamento che dovrebbe essere messa in atto tempestivamente”.

Nel 2011, un ampio programma nazionale di ricerca (PNR 57) sui campi elettromagnetici e i raggi emessi dalle antenne radio/tv o dai telefonini non aveva stabilito un rapporto di causa ed effetto tra esposizione e problemi di salute della popolazione, ma formulava delle raccomandazioni per le donne incinte. “Se la futura madre subisce l’esposizione massima tollerata a livello professionale, quella del feto sarà superiore ai valori limiti in vigore per la popolazione in generale”, sottolineavano i ricercatori.

A loro avviso, sarebbe quindi necessario adattare gli standard di alcuni prodotti sul luogo di lavoro e il piano cottura ad induzione nei ristoranti, per evitare un’eccessiva esposizione da parte del bimbo che sta per nascere.

Dal programma di ricerca emergeva pure come le onde celebrali si modificano durante il periodo di sonno se i soggetti prima di dormire sono esposti ai raggi durante una conversazione di mezzora con un telefonino mobile. Non era comunque chiaro se tale esposizione danneggiasse la salute.

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