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CF: inasprite disposizioni sui fondi propri

(Keystone-ATS) BERNA – Dal primo gennaio 2011, le banche dovranno aumentare i loro fondi propri. Il Consiglio federale ha approvato oggi un inasprimento della regolamentazione del settore bancario per colmare le lacune in materia di vigilanza rivelate dalla crisi finanziaria.
La revisione dell’ordinanza sui fondi propri (OFoP) e di diverse circolari dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) consente alla Svizzera di adattarsi alle relative norme internazionali. La Confederazione anticipa anzi le banche nell’attuazione dei nuovi standard in materia di copertura dei rischi.
Il progetto non è direttamente legato alla problematica “too big to fail” (imprese troppo grandi per fallire). Esso si ripercuoterà su tutte le banche elvetiche, anche se gli effetti saranno più importanti per i grandi istituti.
Fondi propri triplicatiSecondo le nuove disposizioni, le unità delle banche d’affari in cui i rischi erano definiti mediante un metodo di modelli (“value at risk”) dovranno disporre di fondi propri triplicati. UBS, Credit Suisse e quattro altre banche sono interessate da tale inasprimento della regolamentazione. Gli istituti che non utilizzano questo metodo dovranno invece aumentare del 5% i loro fondi propri.
Per evitare fallimenti bancari a catena, il volume dei crediti che una banca può detenere rispetto a un’altra sarà limitato. La diminuzione dell’importo massimo dei fondi propri autorizzati sarà scaglionato a seconda dell’importanza degli istituti: per le grandi banche raggiungerà l’80%, per le più piccole sarà almeno del 20%.
In futuro, UBS e Credit Suisse dovranno aumentare ancor più i loro fondi propri. Una modifica della legge sulle banche dovrebbe infatti essere sottoposta al Parlamento l’anno prossimo. Il gruppo di esperti incaricato di elaborare un progetto sulla problematica delle banche “too big too fail” (di rilevanza sistemica) prevede tuttavia un periodo transitorio fino al 2018. La palla è ora nel campo della politica.

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