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CF: Legge abitazioni secondarie in vigore da gennaio

(Keystone-ATS) La Legge federale sulle abitazioni secondarie entrerà come previsto in vigore il prossimo 1° gennaio. Dalla stessa data sarà valevole anche la nuova ordinanza, che sostituisce quella del 22 agosto 2012, effettiva dal gennaio dell’anno successivo.

Lo ha deciso il Consiglio federale nella sua seduta odierna. In un comunicato, il governo ricorda i punti principali della nuova legge, approvata dal parlamento lo scorso 20 marzo e che concretizza l’articolo costituzionale che Popolo e Cantoni hanno accolto l’11 marzo 2012 votando l’iniziativa “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!” (iniziativa Weber).

Concretamente, non sarà più permesso costruire nuove residenze secondarie in tutti i comuni dove la loro quota supera il 20% del totale delle abitazioni.

Gli edifici costruiti secondo il diritto anteriore – ossia quelli che l’11 marzo 2012 esistevano già o beneficiavano di un’autorizzazione con decisione passata in giudicato – sono liberi nell’uso abitativo e nei limiti della superficie utile principale esistente. Possono essere rinnovati, trasformati e anche ricostruiti. A talune condizioni, possono anche essere ampliati del 30%.

In base alla nuova legge possono anche essere create “abitazioni sfruttate a scopi turistici”, categoria che comprende alberghi e residenze alberghiere. Per finanziare il loro funzionamento, gli hotel potranno peraltro costruire nuove residenze secondarie.

Gli alberghi non più redditizi potranno riutilizzare come abitazioni di vacanza il 50% della loro superficie. Da parte loro, i comuni potranno autorizzare la trasformazione di monumenti protetti e “edifici tipici del sito” (rustici compresi) in case secondarie.

La nuova ordinanza specifica invece le modalità per l’accertamento della quota delle abitazioni secondarie. Queste avvengono tramite i dati del Registro federale degli edifici e delle abitazioni (REA) e del registro degli abitanti. Sulla base di questi dati, l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) determina se la quota di abitazioni secondarie di ogni Comune supera o meno il 20%.

Nell’ordinanza vengono pure precisate le definizioni utilizzate dal legislatore, come ad esempio quella di “struttura ricettiva organizzata” oppure quella relativa agli “edifici tipici del sito”.

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