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CF: mandati di ex consiglieri federali, meglio non legiferare

(Keystone-ATS) Sui mandati e le funzioni che ex consiglieri federali possono assumere e su un eventuale periodo di attesa prima che ciò accada, è meglio non legiferare. E’ quanto afferma il governo in risposta alla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale.

Lo scorso 3 maggio la commissione aveva presentato un rapporto e un progetto di legge proprio in merito a un periodo di attesa in caso di mandati e funzioni assunti dai ministri uscenti e alti gradi dell’Amministrazione. Una tematica che negli ultimi anni ha suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica e ha dato luogo ad un paio di iniziative parlamentari di Max Binder (UDC/ZH) e Susanne Leutenegger Oberholzer (PS/BL).

Il Consiglio federale propone al Parlamento di non entrare in materia su questo progetto oppure di respingerlo. A suo avviso, esso “esprime una diffusa sfiducia nel governo e nell’Amministrazione ed espone al sospetto generale”. Inoltre, renderebbe più difficile l’assunzione di alti dirigenti statali. La normativa proposta, precisa il governo “è volta a disciplinare pochi casi particolari e ha una portata non sufficientemente chiara”.

Il regime politico e governativo svizzero – ricorda l’esecutivo – è fondato sul sistema di milizia. “Prima di assumere la loro funzione i consiglieri federali esercitano una professione e devono poter riprendere un’attività lucrativa anche dopo aver lasciato la carica”.

Il governo si dice convinto che nessun consigliere federale e nessun quadro di alto livello potrebbe, con una decisione individuale, “discriminare o favorire particolari rami economici o imprese, traendone un profitto personale, sia durante l’esercizio delle proprie funzioni sia in seguito”.

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