Prospettive svizzere in 10 lingue

CF: naturalizzazione, criteri inaspriti dal 2018

CF: naturalizzazione, criteri inaspriti dal 2018 Keystone/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Dal primo gennaio 2018 verranno inaspriti i criteri per i futuri aspiranti alla cittadinanza svizzera: i candidati alla naturalizzazione dovranno già essere in possesso di un permesso di domicilio (C), aver soggiornato nel Paese almeno dieci anni, ed essere integrati.

Poche speranze per chi ha commesso delitti, dipende dall’aiuto sociale o professa idee estremiste.

È quanto prevede la pertinente ordinanza approvata oggi dal Consiglio federale, in cui si specifica il livello di competenze linguistiche richieste per poter aspirare al passaporto rossocrociato e i motivi invece che possono condurre a un rifiuto, in particolare se il candidato ha subito condanne oppure mette in pericolo la sicurezza interna della Svizzera.

Per quanto riguarda l’ottenimento del permesso C, è già un ostacolo non da poco, giacché viene solitamente rilasciato a persone già bene integrate, senza precedenti e non dipendenti dall’assistenza.

Il futuro candidato dovrà in ogni caso anche dimostrare di incoraggiare l’integrazione dei propri famigliari (partecipazione alla vita economica o nell’acquisizione di una formazione, partecipazione alla vita sociale e culturale della società).

Per quanto riguarda i giovani, il Parlamento ha deciso di far valere il doppio gli anni trascorsi in Svizzera da un candidato alla naturalizzazione tra gli 8 e i 18 anni, periodo che di solito coincide con la scolarità.

Costituzione federale e lingue

Circa l’integrazione, l’aspirante svizzero dovrà rispettare i valori fondamentali della Costituzione federale: i principi dello Stato di diritto e l’ordinamento democratico liberale della Paese, diritti fondamentali quali la parità uomo/donna, il diritto alla vita e alla libertà personale, la libertà di credo, di coscienza e di espressione, nonché l’obbligo di prestare servizio militare o servizio civile e di assolvere la scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda le conoscenze linguistiche, che si presumono acquisite se il candidato ha frequentato le scuole in Svizzera e parla almeno una delle tre lingue nazionali, il richiedente deve dimostrare di aver raggiunto il livello di riferimento B1 per l’orale e A2 per lo scritto del quadro di riferimento europeo.

Il livello B1 significa che il futuro candidato comprende i punti chiave di argomenti familiari che riguardano la scuola, il tempo libero e sa muoversi con disinvoltura in situazioni che possono verificarsi mentre viaggia nel Paese di cui parla la lingua.

Per il livello A2 s’intende la capacità di prendere semplici appunti e scrivere brevi messaggi su argomenti riguardanti bisogni immediati.

Eccezioni sono possibili – specie per quanto riguarda le conoscenze linguistiche o l’indipendenza economica – qualora il candidato sia in formazione, oppure affetto da disabilità fisica, mentale o psichica, soffra di una malattia cronica, abbia grandi difficoltà a imparare, leggere o scrivere oppure dipenda dall’aiuto sociale non per sua colpa.

Nessuna speranza per gli estremisti

Tra le condizioni che possono portare all’interruzione del processo di naturalizzazione, l’ordinanza cita la compromissione della sicurezza interna ed esterna della Svizzera istigando o partecipando ad atti di terrorismo, estremismo violento, crimini in banda oppure spionaggio.

Anche chi approva o incoraggia pubblicamente un crimine o un reato contro la pace pubblica, un genocidio, un crimine contro l’umanità o un crimine di guerra può vedersi rifiutare la naturalizzazione.

L’integrazione viene considerata non riuscita anche per chi abbia subito condanne con e senza condizionale a partire da 3 mesi. Anche sotto questo termine è possibile vedersi rifiutata la nazionalità, a condizione che l’interessato non abbia superato con successo il periodo di prova.

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