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Chirac sarà giudicato, ma non sarà in aula

(Keystone-ATS) Doveva essere il primo capo dello Stato della Quinta Repubblica francese a comparire in un’aula di tribunale. Invece Jacques Chirac, su cui pesano accuse di appropriazione indebita e falso in atto pubblico per gli anni in cui è stato sindaco della città di Parigi, sarà giudicato, ma in sua assenza.

La sua richiesta di farsi rappresentare in aula dai legali, a causa di problemi di salute, è stata infatti accolta dal giudice, dopo la prima affollatissima udienza di oggi di un processo a lungo rimandato.

“La sua presenza non è obbligatoria”, ha sancito il presidente del tribunale di Parigi, Dominique Pauthe. Il dibattimento riprenderà domani pomeriggio. In una lettera inviata ai giudici venerdì scorso, l’ex presidente aveva ammesso di non essere nel pieno delle sue facoltà, ma di voler andare fino in fondo al procedimento.

Nella missiva, alla quale è stata allegata una perizia medica, si indica uno stato di “vulnerabilità. fisica che non consente all’ex presidente di rispondere a domande sul suo passato. Soffrirebbe di agnosia, un disturbo del tipo Alzheimer, che causa vuoti di memoria.

Chirac, 79 anni a novembre, è anche apparso dimagrito e stanco. Il genero, Frederic Salat-Baroux, marito della figlia Claude, ha riferito che da qualche mese il suocero “sta sempre peggio”. E oggi la figlia adottiva di Chirac, Anh Dao Traxel, ha anche confessato che una volta il padre (“un vecchio uomo malato”, ha detto) non l’ha riconosciuta a febbraio. L

o scorso maggio la Corte di Cassazione aveva dato il via libera alla ripresa del processo, che era stato precedentemente sospeso a marzo per problemi procedurali. L’ex presidente era stato rinviato a giudizio per presunti appalti truccati al Comune di Parigi quando era sindaco della capitale francese, tra il 1977 ed il 1995.

Per anni Chirac ha potuto godere dell’immunità, prima di essere incriminato nel 2007 per sottrazione di denaro pubblico e abuso di potere in relazione alla creazione di 21 impieghi fittizi al comune di Parigi, remunerati con denaro pubblico. Rischia fino a 10 anni di reclusione e 150.000 euro di multa.

Nello stesso “affaire” era già stato condannato nel 2004 l’attuale ministro degli Esteri, Alain Juppé, che figura come testimone di una parte civile nel processo contro Chirac. “Se il tribunale volesse ascoltarmi, naturalmente andrò”, ha dichiarato Juppé.

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