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Ciclone Macron, En Marche si prende anche il Parlamento

Su 577 deputati, poco meno di 450 potrebbero essere di En Marche!, il movimento di Emmanuel Macron. KEYSTONE/AP/THIBAULT CAMUS sda-ats

(Keystone-ATS) Come un ciclone, Emmanuel Macron conquista il Parlamento dopo essersi insediato all’Eliseo. E lo fa lasciando agli avversari soltanto le briciole, in un Parlamento mai così dominato dalla maggioranza di governo.

Su 577 deputati, poco meno di 450 potrebbero essere di En Marche!, un movimento che non esisteva fino a pochi mesi fa. Ma il primo partito, stasera, è più che mai quello degli astensionisti, che ha superato la soglia record del 50% degli elettori.

Siamo quasi “senza opposizione”, ha lamentato Jean-Christophe Cambadelis, segretario del Partito socialista, quasi spazzato via. “È un’astensione catastrofica”, ha denunciato Marine Le Pen, che spera di vincere al ballottaggio ed entrare per la prima volta in Parlamento nonostante il crollo del Front National.

A lamentare la mancanza di opposizione, a denunciare un sistema uninominale a doppio turno che rispecchia sempre di meno in Parlamento la realtà del Paese sono praticamente tutti, ad eccezione dei vincitori. In un parlamento colorato quasi interamente di blu – il colore scelto dai grafici per i macroniani – hanno tenuto duro, a fatica, i Republicains, di fatto l’unica opposizione con 80-100 deputati. Il risultato di François Baroin, che ha preso le redini del partito dopo la fine dell’avventura di François Fillon, è negativo ma ci sono segnali di tenuta.

Quello che manca ai socialisti, che hanno ammesso la sconfitta ovunque, dal vertice alla base: mentre Cambadelis parlava di “sconfitta storica”, nella storica sede di rue Solferino non c’era nessuno. Neppure la tradizionale serata elettorale per esultare o darsi coraggio era stata organizzata. Il Ps tocca il fondo nella Quinta repubblica, con 30-40 deputati, il 90% in meno rispetto agli ultimi 5 anni.

Ha fallito Jean-Luc Melenchon, che denuncia un divario clamoroso fra la politica e la società: “Non c’è nel Paese alcuna maggioranza per fare la riforma del lavoro”, ha detto commentando il suo modesto risultato di 10-20 seggi. Meno ancora al Front National – fra 3 e 10 deputati – che ancora una volta non avrà un gruppo all’Assemblée Nationale.

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