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Cina: bomba nel Xinjiang, arrestato un sospetto

(Keystone-ATS) PECHINO – La polizia cinese ha arrestato un uomo sospettato di aver fatto “intenzionalmente” esplodere un veicolo oggi ad Aksu, nella turbolenta regione del Xinjiang. Lo afferma l’ agenzia Nuova Cina citando Hou Hanmin, una portavoce del governo locale. Nell’attentato sette persone sono morte e 14 sono state ferite.
“Lo sviluppo del Xinjiang non risentirà delle azioni di un piccolo gruppo di banditi. La situazione generale è buona”, ha sostenuto la portavoce in una conferenza stampa ad Urumqi, la capitale della Regione Autonoma del Xinjiang. La regione è la patria della minoranza etnica degli uighuri, di religione islamica. Nel luglio del 2009 proprio ad Urumqi quasi 200 persone persero la vita in scontri a sfondo etnico. In seguito centinaia di persone sono state arrestate e almeno 26 condannate a morte. Secondo i gruppi uighuri in esilio almeno nove di queste condanne sono già state eseguite.
La Cina accusa delle violenze gruppi terroristi che farebbero capo all’ “internazionale islamica del terrore” e sostiene che le violenze del 2009 sono state organizzate dal Congresso Mondiale degli Uighuri, un gruppo di esiliati guidati dall’ ex-imprenditrice Rebiya Kadeer. Gli uighuri in esilio respingono le accuse e sostengono che Pechino esagera ad arte il problema del terrorismo per giustificare una politica di repressione.

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