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Cina: nuovo scandalo tangenti nelle ferrovie alta velocità

(Keystone-ATS) Un nuovo scandalo sta interessando le ferrovie cinesi, dopo la rimozione dell’allora ministro nel febbraio dell’anno scorso, per una serie di violazioni.

Secondo una indagine disposta dalle autorità, funzionari governativi vicini all’ex ministro, durante il suo incarico, hanno preso oltre 4 milioni di yuan, circa 600’000 franchi, di tangenti per la realizzazione di un filmato pubblicitario, per il quale il ministero aveva messo in budget 18,5 milioni di yuan.

Il regista del filmato, il famoso Zhang Yimou (Lanterne Rosse e La Foresta dei Pugnali Volanti tra gli altri) ha detto di aver ricevuto solo 2,5 milioni di yuan come compenso, ma di non aver visto neanche la versione finale del filmato. Secondo l’inchiesta, i costi reali per la realizzazione sarebbero stati di 6-7 milioni di yuan mentre il resto sarebbe stato pagato in tangenti che, al momento, non si sa a chi siano finite, anche se due funzionari ministeriali sono sotto inchiesta.

Nonostante fosse previsto dalla legge, nessuna gara pubblica è stata fatta per affidare l’incarico di realizzazione del filmato. Questo è solo l’ultimo scandalo che ha interessato le ferrovie cinesi, che hanno visto un veloce sviluppo negli ultimi anni soprattutto nel senso dell’alta velocità. L’ex ministro cinese delle ferrovie, Liu Zhijun, è stato espulso dal partito comunista cinese a maggio “per gravi violazioni” riscontrate dalla commissione disciplinare del partito.

Liu Zhijun e Zhang Shuguang, vice capo degli ingegneri del ministero degli esteri, furono rimossi dal loro incarico per “gravi violazioni di disciplina” a febbraio dell’anno scorso, prima che venisse inaugurata, il primo luglio dell’anno scorso, la linea ad alta velocità. Contro di loro l’accusa di aver preso tangenti per velocizzare il progetto della rete e soprassedere sulla sicurezza delle ferrovie.

Il 23 luglio dell’anno scorso un treno ad alta velocità si scontrò con un altro che era fermo sul binario nei pressi della città di Wenzhou, nella provincia orientale cinese dello Zhejiang, uccidendo 40 persone.

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