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Cina: superpoliziotto Wang Lijun condannato a 15 anni

(Keystone-ATS) Il superpoliziotto cinese Wang Lijun, figura chiave nella caduta del leader politico Bo Xilai, è stato condannato a 15 anni di prigione. Lo ha comunicato oggi il Tribunale di Chengdu (Cina del sudovest), che lo ha ritenuto colpevole di diserzione, corruzione, abuso di potere e di aver “usato la legge a fini personali”.

I giudici hanno usato la mano leggera in considerazione del fatto che Wang non solo ha ammesso le sue colpe, ma ha collaborato alle indagini su “crimini commessi da altre persone”, secondo il comunicato del Tribunale. È stato infatti Wang, 52 anni, ex-capo della polizia ed ex-vicesindaco della metropoli Chongqing a rivelare i fatti che hanno portato alla caduta di Bo Xilai.

In febbraio, Wang si è rifugiato per un giorno e mezzo nel Consolato americano di Chengdu perchè temeva di essere raggiunto dagli uomini di Bo, capo del partito comunista di Chongqing, che aveva deciso di coprire i crimini commessi dalla moglie Gu Kailai e scoperti da Wang. Dopo 36 ore, Wang è uscito dal Consolato e si è consegnato agli inqirenti cinesi.

In agosto, Gu Kailai è stata condannata alla pena capitale “sospesa” (che in Cina equivale all’ ergastolo) per l’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood. Bo Xilai, 63 anni, aspirante ad un ruolo di primo piano nella gerarchia comunista prima di cadere in disgrazia, è stato destituito in aprile da tutte le sue cariche.

Da allora non è stato visto in pubblico e, secondo un comunicato ufficiale, è sotto inchiesta per “gravi violazioni della disciplina di partito”. Si ritiene che il caso Bo Xilai sia uno dei problemi che hanno finora impedito ai dirigenti cinesi di fissare la data del prossimo Congresso del Partito, che si dovrebbe tenere in ottobre.

Il Congresso dovrebbe dare il via al delicato processo di rinnovo del gruppo di dirigente con l’ elezione di un nuovo segretario generale che dovrebbe essere l’ attuale vicepresidente della Repubblica Xi Jinping.

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