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Cinema: Berlusconi visto dalle donne, un viaggio emotivo

(Keystone-ATS) Il fenomeno Berlusconi nelle parole di 101 donne, incontrate per caso nei centri storici di sette città italiane. È l’idea al centro del documentario “Sorelle d’Italia”, ultimo lungometraggio dei due giovani registi ticinesi Vito Robbiani e Lorenzo Buccella, che presentato oggi in concorso, nella sezione “Reportage e fatti di cronaca”, al 27esimo Festival internazionale dei programmi audiovisivi di Biarritz.

“Con questo film vorremmo spingere la gente a guardarsi, a vedere se stessa in uno specchio senza filtri”. Il documentario “Sorelle d’Italia”, tengono a sottolineare i realizzatori, non è un discorso pro o contro Berlusconi, ma piuttosto un tentativo di raccontare la società italiana attraverso gli effetti della sua figura.

“Non c’è alcuna pretesa di scientificità, racconta all’ANSA Lorenzo Buccella, regista e soggettista del film, ma semplicemente “volontà di andare a contatto con le persone che si incontrano per strada, nel quotidiano, bypassando i soggetti standard di cui siamo soliti ascoltare le opinioni, come le docenti universitarie, le sociologhe, le giornaliste”.

Una casualità che vuol anche essere “un modo per superare il bilancino classico della par condicio televisiva, che ti impone di presentare ogni volta uno e uno”, ma senza venir meno all’impegno etico di “rispecchiare fedelmente quello che abbiamo incontrato”.

Da Arcore alla Sardegna, passando per Bologna, Napoli e Bari, il loro è un viaggio tra le opinioni ma soprattutto tra le emozioni che il personaggio Berlusconi suscita. “È tutto emotivo – spiega ancora Buccella – le reazioni sono nette, amore e odio. Non sembra possibile un approccio meditato, chiaroscurale: è bianco o nero”.

Diventa così ricca di significato anche la forma, “il come le opinioni vengono espresse”, che diventa un modo di scoprire in controluce gli effetti che l’influenza del Cavaliere ha avuto sulle italiane di tutte le età. “Abbiamo scelto le donne perché il loro ci è sembrato il punto di vista migliore e meno battuto sul tema – aggiunge – ma anche perché, se si esaminano le statistiche delle vittorie elettorali di Berlusconi si nota che sono tutte state ottenute soprattutto nel campo femminile, che ha espresso più nettamente la sua preferenza per lui”.

Sulla scelta hanno ovviamente inciso anche le vicende di cronaca, dato che il film è stato girato nei giorni del primo scandalo escort, nell’autunno del 2009, ma non si è voluto mettere l’attualità al centro del discorso. Cosa che, per esempio, ha spinto i due registi a scegliere di non includere L’Aquila tra le mete del loro viaggio.

“Ovviamente ci avevamo pensato – racconta Buccella – ma ci è sembrato che andare a fare una vox populi sulle macerie ancora fumanti fosse un’operazione pericolosa, e nemmeno troppo onesta”. Mettere il microfono davanti a chi ha appena perso la casa, argomenta, avrebbe falsato il discorso, fornendo una prospettiva forzata sul personaggio.

“Noi invece volevamo – conclude – che il film fosse un bagno di realtà, che mostrasse la situazione culturale dell’Italia vera, quella che si incontra tutti i giorni dal fruttivendolo o in edicola”.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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