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Città: partono gli alti redditi, restano i bassi, studio

Anche Lugano considerata nell'analisi (foto d'archivio) Keystone/MARTIN RUETSCHI sda-ats

(Keystone-ATS) Contrariamente a un’idea diffusa, non è vero che sono principalmente i meno abbienti a lasciare i centri cittadini dove scarseggiano sempre più gli alloggi a prezzo accessibile. Sono invece gli alti redditi a farlo maggiormente.

Lo rileva un’analisi commissionata dall’Ufficio federale delle abitazioni (UFAB).

Lo studio sulla mobilità residenziale delle economie domestiche in base alla situazione economica – indica oggi l’UFAB in una nota – è stato condotto dall’Università di Ginevra negli agglomerati di Zurigo, Basilea, Berna, Ginevra, Losanna e Lugano. La ricerca si è concentrata sulle persone in età lavorativa domiciliate tra il 2010 e il 2014 che hanno traslocato una o più volte. Non sono dunque inclusi i pensionati.

Lo studio – scrive l’UFAB che definisce i risultati “sorprendenti” – “contraddice l’idea piuttosto diffusa che le economie domestiche con un reddito modesto si spostino sempre di più al di fuori dei centri urbani”. L’analisi della mobilità residenziale nei sei maggiori agglomerati svizzeri “dimostra che il calo della popolazione attiva, piuttosto marcato nelle città nucleo, viene attenuato dall’arrivo di persone a basso reddito. Il calo della popolazione attiva è dovuto principalmente al trasferimento delle economie domestiche benestanti”.

In termini più concreti, l’analisi rivela che i lavoratori che lasciano le città nucleo sono più numerosi di quelli che vi si stabiliscono. Si tratta però soprattutto di “persone benestanti che preferiscono trasferirsi in comuni dove si concentra una popolazione appartenente a un ceto sociale simile”. Queste partenze sono in parte compensate dall’arrivo in prevalenza di persone con un reddito basso.

La mobilità di coloro che dispongono di un reddito modesto è nettamente diversa da quella degli altri due gruppi, rileva l’UFAB: oltre a traslocare molto meno frequentemente, quando lo fanno nella maggior parte dei casi rimangono nel comune di residenza, soprattutto se abitano in una “città nucleo”. In caso di trasferimento al di fuori della città queste persone tendono a stabilirsi in un altro comune più povero dell’agglomerato, mentre gli spostamenti al di fuori dell’agglomerato stesso e in comuni più periferici sono piuttosto rari.

La ripartizione non omogenea dei gruppi di reddito all’interno degli agglomerati presenta gradi diversi, emerge ancora dallo studio. La “segregazione sociale” è più accentuata nella Svizzera francese e a Basilea.

Tra il 2010 e il 2014 la concentrazione di persone appartenenti allo stesso ceto economico è in costante aumento. Ciò dimostra che la mobilità residenziale è un fattore che accentua le disuguaglianze territoriali tra i comuni, scrive l’UFAB. Per l’ufficio federale, “la propensione della categoria a basso reddito a rimanere nelle città nucleo potrebbe essere l’indizio di una progressiva concentrazione di queste persone a livello di quartieri”.

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