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Clima: sit-in verdi a Wall street, domani vertice Onu

(Keystone-ATS) Dopo aver invaso le strade di New York con oltre 310 mila persone, gli attivisti per il clima sono scesi su Wall Street. Centinaia di ambientalisti hanno bloccato le strade adiacenti al quartiere della Borsa di New York in un simbolico sit-in contro il ruolo del “Big Business” nel cambiamento climatico.

Ali di polizia hanno cordato la zona. La “bolla di carbonio”, un pallone gigante grigionero che aveva fatto da protagonista nella marcia di ieri è stato sequestrato e sgonfiato dagli uomini della legge all’altezza del Toro di bronzo simbolo della Borsa di New York. “Il capitalismo distrugge il Pianeta”, si legge in uno degli striscioni dei manifestanti. “I maghi di Wall Street profittano dalla morte del Pianeta. Controllano la stampa, i politici, le corti. Solo la gente li potrà fermare”, ha detto il giornalista Chris Hedges arringando i partecipanti alla manifestazione.

Manifestazione che precede di 24 ore il vertice sul clima organizzato alle Nazioni Unite dal Segretario Generale Ban Ki-moon per 120 capi di Stato e di governo. Per l’Italia c’è il premier Matteo Renzi. “L’obiettivo è puntare i riflettori su un sistema finanziario che perpetua la crisi climatica”, ha spiegato Bessie Schwartz, portavoce del gruppo #FloodWallStreet.

Intanto però nel mondo del business qualcosa si sta muovendo. Alla vigilia del vertice, il clan Rockefeller ha detto addio ai combustibili fossili. La famiglia del petroliere John Rockefeller che costruì una fortuna con la società Standard Oil ha annunciato che la fondazione filantropica Rockefeller Brothers Fund venderà tutti gli asset legati ad aziende che inquinano investendo di converso in energie alternative.

La consapevolezza è condivisa dalla classe politica: “Dopo la marcia di ieri sarebbe irresponsabile non raccoglierne il messaggio”, ha detto il ministro dell’Ambiente italiano Gian Luca Galletti, ieri in piazza con Ban Ki Moon. Per il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, anche lui tra i manifestanti del clima, “non c’è piano B perché non c’è Pianeta B”. E anche John Kerry, sfidando i repubblicani che ostacolano l’amministrazione Obama, ha definito la minaccia del cambiamento climatico a “Madre Natura”, “pari a quella di Ebola e all’Is”.

C’è molta attesa per il vertice che dovrebbe aprire la strada a un accordo nel 2015 a Parigi: “Il clima generale è cambiato rispetto a Copenhagen nel 2009”, ha detto Mary Robinson, l’inviata di Ban per il global warming. Preoccupa l’assenza di alcuni grandi inquinatori come l’India o la Cina. Il presidente Xi Jinping non ci sarà anche se, come riporta il Financial Times oggi, la Cina ha per la prima volta superato per emissioni inquinanti pro-capite l’Europa, patria della rivoluzione industriale, mentre l’output complessivo della CO2 cinese supera quello di Ue e Stati Uniti messi insieme.

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