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CN: “sì” a più protezione contro violenza domestica e stalking

Violenza domestica KEYSTONE/LUIS BERG sda-ats

(Keystone-ATS) Le vittime di violenza domestica e stalking saranno meglio protette. In futuro, gli autori di simili atti potranno vedersi imporre un braccialetto elettronico.

È quanto prevede una revisione legislativa adottata oggi dal Consiglio nazionale. Il dossier è ora pronto per le votazioni finali.

La Camera del popolo era chiamata oggi a esprimersi sull’unica divergenza rimanente con gli Stati che concerneva l’eventualità di chiedere al Consiglio federale di redigere un rapporto sull’efficacia delle misure adottate a quattro anni dalla loro entrata in vigore.

Con 122 voti contro 64 e una astensioni, il Nazionale ha rinunciato a chiedere tale relazione. “È un compito naturale del Parlamento valutare l’efficacia delle leggi, non serve introdurre una richiesta esplicita in ogni modifica legislativa”, ha spiegato Bernhard Guhl (PBD/AG).

Le modifiche che saranno apportate al diritto civile e penale non rappresentano cambiamenti fondamentali, ma miglioramenti puntuali. Il testo prevede una serie di misure con cui migliorare ulteriormente la protezione delle persone vittime di violenza domestica o di stalking, ad esempio con l’introduzione di dispositivi elettronici per sorvegliare il rispetto dei divieti di avvicinamento e di contatto.

A livello penale sarà introdotto un nuovo disciplinamento della sospensione o dell’abbandono di un procedimento per lesioni semplici, vie di fatto reiterate, minacce o coazione nei rapporti di coppia. La decisione sulla prosecuzione del procedimento non dipenderà più unicamente dalla volontà della vittima.

In futuro, spetterà alle autorità penali decidere considerando l’insieme delle circostanze, per ridurre il rischio che la vittima possa essere messa sotto pressione dall’imputato.

Inoltre, la sospensione del procedimento dovrebbe essere decisa solo se migliorerà la situazione della vittima. Non sarà ammessa in caso di sospetta recidiva nel rapporto di coppia. L’autorità avrà pure la facoltà di obbligare l’imputato a seguire un programma rieducativo contro la violenza.

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