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CN: abolizione forfait fiscali, battaglia destra-sinistra

(Keystone-ATS) Una proposta che fa appello a uno dei sentimenti più bassi che esistano come l’invidia, e un attacco frontale al modello economico elvetico. Così il presidente del PPD, Christophe Darbellay (VS), ha definito oggi in Consiglio nazionale l’iniziativa della sinistra “Basta ai privilegi fiscali dei milionari” – già bocciata dagli Stati nel dicembre scorso – che mira a vietare in Svizzera i forfait fiscali.

Agli attacchi della destra hanno risposto per le rime i sostenitori del testo (Verdi e PS) – su cui si voterà solo domani -, i quali hanno rinfacciato agli avversari di sostenere un sistema di tassazione volto a facilitare l’evasione fiscale e profondamente iniquo, poiché svantaggia gli Svizzeri benestanti rispetto ai ricchi stranieri e bistratta il sacrosanto principio secondo cui le imposte si pagano proporzionalmente alla capacità economica del singolo.

Come ci si poteva attendere, la discussione in aula ha riproposto la classica contrapposizione destra-sinistra. Tuttavia, rispetto al dibattito condotto lo scorso dicembre agli Stati, i deputati hanno aggiunto un po’ di sale ad una “minestra” i cui principali ingredienti erano già stati presentati e sviscerati durante il dibattito alla Camera dei cantoni.

Per il campo “borghese”, l’iniziativa rappresenta un autogol, poiché rischia di far “scappare” qualche migliaio di persone benestanti – 5500 circa – la cui presenza permette di rimpinguare la casse di Confederazione, cantoni e comuni (circa 700 milioni di franchi l’anno). Queste entrate fanno comodo soprattutto alle regioni periferiche e generano un indotto non disprezzabile per diversi settori economici, come l’edilizia o il turismo.

Vietare la tassazione secondo il dispendio, insomma, sarebbe un autogol per la destra. Molte persone benestanti con passaporto straniero sono inoltre molto attive nel campo culturale (mecenatismo) e sociale. Insomma, i forfait fiscali rappresentano un importante tassello per il mantenimento della concorrenzialità della nostra piazza economica, già messa a dura prova.

Riferendosi a quest’ultimo aspetto, PS e Verdi hanno sostenuto che è solo una questione di tempo: la Svizzera non potrà continuare a giocare al ribasso con la propria fiscalità senza incorrere nelle critiche dei paesi vicini, che si vedono sfuggire ricchi contribuenti.

Per evitare il ripetersi dei problemi con la Francia – leggi: la controversa nuova convenzione sulle successioni – è meglio anticipare una tendenza già in atto e tassare i ricchi stranieri residenti in Svizzera secondo i parametri che valgono per tutti.

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