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CN: assicurazione malattia, bocciata proposta ticinese

(Keystone-ATS) Non ha avuto successo l’iniziativa cantonale del Ticino che chiedeva agli assicuratori più trasparenza nel calcolo dei premi dell’assicurazione malattia di base. Dopo gli Stati, oggi anche il Consiglio nazionale l’ha bocciata, con 117 voti contro 54 e un astenuto.

Il testo proposto dal Ticino ha due obiettivi, ha sottolineato Marina Carobbio Guscetti (PS/TI): dare più poteri all’Autorità federale in merito all’approvazione dei premi delle casse malattia, obbligando gli assicuratori a diminuire i premi sovradimensionati, e approfondire la questione della determinazione delle riserve.

Se il primo punto è stato risolto con la nuova Legge sulla vigilanza sull’assicurazione malattie, come ricordato – in italiano – anche dalla relatrice commissionale Isabelle Moret (PLR/VD), il problema delle riserve rimane, ha sottolineato Carobbio Guscetti.

L’iniziativa ticinese chiede la pubblicazione del risultato d’esercizio pro capite per ogni singolo cantone (prima delle attribuzioni alle riserve). Approvando il testo si potrebbe avviare una discussione approfondita sul ridimensionamento delle riserve eccessive, ha sostenuto Carobbio.

L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) già oggi divulga il conto d’esercizio degli assicuratori malattie e le componenti che possono essere ripartite per cantone, ha però fatto notare Isabelle Moret. Ci sono però alcune parti, come i costi amministrativi e i redditi del capitale, che non possono essere attribuiti a un singolo cantone e che quindi non possono essere pubblicati come tali.

Moret si è anche espressa sul sistema utilizzato per stabilire la compensazione dei premi malattia pagati in eccesso o in difetto. Il Ticino ha infatti presentato un metodo di calcolo alternativo realizzato dall’ex granconsigliere Bruno Cereghetti (PS).

Secondo i suoi dati, i premi pagati dai ticinesi sono molto più elevati di quanto stabilito dall’UFSP. Di conseguenza avrebbero diritto a un rimborso maggiore.

Parlando a nome della commissione, Moret ha fatto notare come nel cosiddetto “metodo Cereghetti” sono presenti ipotesi di calcolo non condivise dall’ufficio federale. “La commissione – ha aggiunto – non ha alcuna ragione di dubitare della validità del calcolo dell’UFSP, peraltro non contestato dagli altri 25 cantoni”.

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