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CN: crimini violenti, Stato responsabile in caso di recidiva

Si tratta di un'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Natalie Rickli (UDC/ZH). KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Lo Stato deve rispondere per i danni causati da un condannato per reati sessuali o violenti mentre gode della condizionale oppure si trova in regime di semilibertà.

Con 109 voti contro 77 e 10 astenuti, il Consiglio nazionale ha rifiutato oggi di archiviare un’iniziativa parlamentare di Natalie Rickli (UDC/ZH).

Il testo era stato depositato dopo l’omicidio della diciannovenne Marie nel canton Vaud, un caso che aveva destato molto scalpore nell’opinione pubblica. In un primo tempo, la commissione preparatoria del Nazionale, sostenuta dall’omologa degli Stati, aveva del resto appoggiato l’atto parlamentare Rickli.

La commissione aveva dunque redatto un progetto preliminare, poi sottoposto per parere alla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP). La CDDGP aveva espresso forti riserve sostenendo che la normativa proposta renderebbe più difficoltoso il lavoro dei funzionari giudiziari cantonali. La proposta sfocerebbe anche in una diminuzione del numero di regimi aperti autorizzati.

Per questi motivi, ha spiegato oggi in aula la sua relatrice Lisa Mazzone (Verdi/GE), la commissione ha deciso di rinunciare a legiferare. La ginevrina ha quindi proposto al plenum di archiviare l’atto parlamentare.

Per Natalie Rickli non è vero che la proposta finirebbe per limitare le liberazioni anticipate o il reinserimento. Bisogna fare la distinzione tra i delinquenti che commettono un solo crimine e i recidivi. L’iniziativa parlamentare concerne solo quest’ultimi, ha ricordato la zurighese.

“Il numero di persone interessate è piccolo, ma il danno che provocano è immenso”, ha sostenuto Rickli secondo la quale è ora che lo Stato si assuma le sue responsabilità. La proposta permetterebbe anche d’indennizzare più rapidamente le vittime.

La palla passa ora nelle mani della Commissione degli affari giuridici che dovrà sottoporre al plenum una progetto di modifica del Codice penale.

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