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CN: crisi rifugiati; niente controlli alle dogane, Sommaruga

(Keystone-ATS) Il Consiglio federale segue con attenzione l’evolversi della crisi dei rifugiati, tuttavia al momento non è previsto alcun reinserimento dei controlli doganali.

È quanto ha dichiarato oggi la responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia, Simonetta Sommaruga, nel corso dell’ora delle domande al Consiglio nazionale.

Rispondendo a vari quesiti, fra cui quello posto dal ticinese Lorenzo Quadri (Lega), la presidente della Confederazione ha sottolineato che attualmente solo Germania, Austria e Slovenia hanno reinserito parzialmente i controlli alle dogane. In tutti e tre i casi si tratta comunque di azioni conformi alle norme europee, e quindi agli accordi di Schengen.

Il reinserimento dei controlli ha fra le altre cose provocato lunghe code di automobili, che hanno reso difficoltosi anche i transiti turistici. Il governo non intende prendere misure simili, poiché l’ordine e la sicurezza non sono in pericolo, ha affermato la Sommaruga, che ha anche sottolineato come per la crisi dei rifugiati non esista una soluzione solo nazionale, ma serve piuttosto una collaborazione a livello europeo.

Rispondendo a una domanda di Gerhard Pfister (PPD/ZH) riguardo al diritto dei rifugiati di tornare provvisoriamente nel loro Paese, la consigliera federale ha poi spiegato che i rifugiati non possono fare una vacanza nella loro nazione, poiché sono stati accolti in Svizzera proprio a causa dei pericoli che corrono.

Le persone accolte in via provvisoria invece, potrebbero ad esempio trovarsi nella Confederazione per affrontare le cure di una grave malattia. In questo caso, in determinate circostanze è possibile concedere una visita nel loro Paese d’origine.

Reagendo alla polemica secondo cui gli eritrei non sono veri rifugiati, ma solamente persone in cerca di una vita migliore, la Sommaruga ha sottolineato che queste sono semplici illazioni prive di fondamento. In Eritrea i disertori vengono infatti condannati in modo sommario e puniti severamente, e per questo ricevono aiuto.

La consigliera federale ha poi ammesso che fino ad ora sono arrivati in Svizzera solamente 56 siriani. Ha però specificato che entro fine anno il numero salirà a 300, e che il previsto totale di 3000 verrà raggiunto sull’arco di tre anni, anche a causa di lungaggini burocratiche. I ricongiungimenti famigliari, quando tutto è in regola, avvengono invece piuttosto rapidamente.

Sempre sul tema dei rifugiati si è espresso anche il consigliere federale Ueli Maurer. Barbara Gysi (PS/SG) gli ha infatti domandato se la Confederazione intende intraprendere un’azione come quella della Germania, che aiuta, tramite un progetto da 600’000 euro, le squadre di calcio che sostengono i rifugiati. Maurer ha replicato che lo sport può avere una funzione di integrazione, ma è organizzato in modo privato. Per questo motivo la Confederazione non interverrà direttamente sul tema.

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