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CN: diritto di revoca, si va in conciliazione

(Keystone-ATS) I consumatori che vorranno far valere il diritto di revoca, nel caso di un acquisto a rate o di un contratto leasing, dovranno o no pagare anche un adeguato indennizzo per la perdita di valore dell’oggetto comperato?

A questa domanda le Camere federali non sono riuscite a trovare una risposta comune: il Nazionale ha infatti nuovamente respinto oggi – 108 voti a 76 – tale eventualità. Il dossier va dunque in conferenza di conciliazione.

In aula, il consigliere nazionale Christian Lüscher (PLR/GE) ha spiegato che l’idea di un indennizzo ai venditori per la perdita di valore dell’oggetto comperato e poi restituito è giustificata dal rischio di abuso che verrebbe favorito in certi settori. Il ginevrino ha fatto l’esempio di un’automobile in leasing che, durante i 14 giorni nei quali è possibile far valere il diritto di revoca, può essere utilizzata intensamente percorrendo molti chilometri.

La minoranza ha invece affermato che questa modifica è inutile: “è già contemplata nella maggior parte dei contratti di acquisto”, secondo Beat Flach (PVL/AG). Con questa aggiunta si riduce ancor più il diritto dei consumatori, ha sottolineato, invano, la consigliera federale Simonetta Sommaruga.

Sulle altre modifiche all’esame, che prendono spunto da un’iniziativa parlamentare inoltrata nel lontano 2006 dell’ex consigliere agli Stati Pierre Bonhôte (PS/NE), era invece già stato trovato un compromesso: solo gli acquisti per telefono, e non quelli su Internet, devono poter essere annullati entro 14 giorni dalla sottoscrizione di un contratto di vendita.

Attualmente il Codice delle obbligazioni prevede un diritto di revoca di soli 7 giorni per le vendite a domicilio del cliente, per strada o per manifestazioni pubblicitarie. L’iniziativa parlamentare estende questo diritto anche alle vendite a distanza, un fenomeno assai diffuso in cui non mancano gli abusi. In un primo tempo gli Stati avrebbero voluto inserire nella legge anche le vendite su Internet, ma di fronte alla ferma volontà del Nazionale di escludere il web dal campo di applicazione dell’iniziativa, i “senatori” hanno ceduto.

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