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CN: disoccupati anziani; ok a rendite ponte a partire da 60 anni

È iniziato al Consiglio nazionale il lungo dibattito sulle rendite ponte per i disoccupati anziani KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) Dopo un lungo dibattito – durato quasi cinque ore – il Consiglio nazionale ha accolto – per 131 voti a 57 e 9 astenuti – la Legge federale sulle prestazioni transitorie per disoccupati anziani.

La Camera del popolo ha deciso di concedere una rendita ponte a chi ha 60 anni oppure a chi, poco prima di compierli, ha esaurito il diritto all’indennità. Ha in particolare allineato l’ammontare di queste rendite a quello delle prestazioni complementari, rendendo più flessibili le condizioni per averne diritto.

Il progetto, formulato dal Consiglio federale, è pensato per chi perde il lavoro dopo il 58esimo compleanno. Il Governo vuole impedire ai disoccupati anziani di cadere in povertà ed evitare di introdurre nel mercato del lavoro incentivi indesiderati. Nel corso della scorsa sessione invernale, il Consiglio degli Stati aveva esaminato il disegno di legge, approvandolo per 33 voti a 11 con qualche modifica.

L’idea della rendita ponte è stata elaborata con i partner sociali, ha sottolineato Mattea Meyer (PS/ZH) a nome della commissione. Sarà utilizzata quando tutte le altre disposizioni avranno fallito. Il mercato del lavoro è diventato oggi più esigente rispetto a trenta o cinquant’anni fa, ha rilevato dal canto suo il consigliere federale Alain Berset. Il tasso dell’aiuto sociale è aumentato del 47% tra il 2011 e il 2017 per i lavoratori dai 60 ai 64 anni. La rendita ponte consentirà a tali persone che hanno lavorato tutta la vita di evitare di dover attingere ai loro risparmi.

UDC contraria

L’UDC ha tentato sin dall’inizio delle discussioni di convincere il plenum a bocciare l’entrata in materia. “Finora avete mentito affermando che l’immigrazione non ha effetti sul mercato del lavoro”, ha sottolineato Thomas Aeschi (UDC/ZG).

Stando al democentrista, la rendita ponte parte da una buona intenzione, ma i lavoratori anziani vogliono avere un lavoro e non delle rendite. A suo avviso, non occorre creare un nuovo strumento di assistenza.

Nel dicembre scorso, il Consiglio degli Stati aveva inasprito le condizioni per accedere a questo aiuto, in particolare tagliando a 70 milioni le somme destinate a queste persone. Con l’impostazione prevista dalla Camera del popolo, si valuta che nel 2028 vi saranno 6200 aventi diritto, per un costo di 270 milioni di franchi. Si tratta di una cifra superiore anche ai 230 milioni stimati con il modello del governo, ha spiegato Philippe Nantermod (PLR/VS) a nome della commissione.

60 anni

Come detto, oggi il Nazionale ha proposto tra le altre cose di concedere queste rendite ai disoccupati 60enni, oppure a chi, poco prima di compiere 60 anni, ha esaurito il diritto all’indennità di disoccupazione.

Durante i dibattiti diverse minoranze hanno proposto invano una serie di varianti. Fra queste, quella di attenersi in linea di massima alle decisioni degli Stati, quella del PLR di elevare l’età minima per accedere alle prestazioni a 62 anni oppure quella della sinistra di diminuirla a 57. Ma sono state tutte bocciate.

Per accedere alla rendita ponte, il necessario periodo contributivo all’AVS di almeno 20 anni previsto dal governo, di cui cinque dopo i 50 anni, è mantenuto, mentre cade l’obbligo di aver conseguito un reddito minimo.

Prestazioni complementari

Secondo la Camera del popolo, la possibilità di accedere a tali prestazioni deve venire riconosciuta soltanto se la sostanza netta è inferiore alla metà della soglia per le complementari. Ciò equivale a meno di 50’000 franchi per le persone sole e a meno di 100’000 per le coppie sposate. L’esecutivo aveva stabilito questi tetti al doppio: 100’000 franchi nel primo caso e 200’000 nel secondo.

La rendita ponte non dovrebbe inoltre essere attribuita a persone che beneficiano già di altre soluzioni, quali i lavoratori del settore della costruzione che hanno la possibilità di andare in pensione a partire dai 60 anni. I deputati hanno seguito – con 101 voti contro 86 – una proposta in tal senso di Fabio Regazzi (PPD/TI).

Il Nazionale ha ribadito che le persone interessate dalle disposizioni transitorie avranno l’obbligo di provare gli sforzi compiuti per reintegrarsi professionalmente. Come nella versione degli Stati, le prestazioni transitorie non dovrebbero essere assoggettate all’imposta.

Il progetto ritorna ora alla Camera dei cantoni.

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