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CN: eredità, maggiore libertà nel redigere un testamento

La ministra di giustizia e polizia, Karin Keller-Sutter KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Maggiore libertà nel redigere un testamento, per esempio a beneficio del partner di fatto o dei figliastri. È una delle novità contenute nella revisione del diritto successorio, approvata oggi dal Consiglio nazionale con 140 voti a 48.

Seguendo gli Stati, la Camera ha però bocciato l’introduzione di un credito di assistenza destinato al convivente superstite, come proponeva il governo.

Le attuali norme hanno più di 100 anni e non corrispondono più alle moderne relazioni e strutture familiari, ha affermato in entrata Laurence Fehlmann Rielle (PS/FR), a nome della commissione. Il matrimonio non ha più il monopolio, ha sottolineato la consigliera federale Karin Keller-Sutter, aggiungendo che il governo vuole più flessibilità.

Oggi un coniuge con figli comuni eredita normalmente la metà del patrimonio e ha diritto ad almeno un quarto. Il consorte o il partner registrato e i discendenti ereditano in via prioritaria. In caso contrario, la proprietà va ai genitori o ai discendenti più lontani. E se non ci sono parenti stretti o volontà, lo Stato intasca tutto.

Concubini e figli del partner o del coniuge, invece, non hanno diritto all’eredità. È qui che intervengono le modifiche, che mirano ad aumentare la quota che una persona può lasciare a suo piacimento, ad esempio a un convivente. In questo modo, si vogliono soddisfare le esigenze delle famiglie ricostituite o dei conviventi.

Contro il progetto si è battuta solo l’UDC. “Questa riforma non è neutrale”, ha affermato Yves Nidegger (UDC/GE): “privilegiamo ciò che è orizzontale e temporaneo, il coniuge, a scapito di ciò che è verticale, i figli e i genitori”, ha criticato. “Il diritto successorio deve servire alla pace della famiglia, non ci devono essere terzi che abbiano diritto all’eredità”, ha aggiunto Pirmin Schwander (UDC/SZ).

La maggioranza del plenum ha accolto la riforma, senza però grande entusiasmo. “Il disegno di legge non porterà a meno controversie sulle eredità, ma almeno a un po’ più di libertà”, ha per esempio affermato Philipp Matthias Bregy (PPD/VS), che lavora come avvocato divorzista. Socialisti e Verdi avrebbero voluto una revisione più profonda. Piccoli aggiustamenti sono meglio di niente, ha però sostenuto Daniel Brélaz (Verdi /VD).

Con la riforma, i discendenti dovrebbero vedere le loro riserve ridursi dal 75% al 50% del patrimonio se non c’è più il coniuge, e dal 37% a un quarto se c’è il coniuge. La parte riservata ai genitori scomparirà, ha detto Keller-Sutter.

La quota che il testatore può disporre come meglio crede aumenterà. Ciò significa che un partner o i figli di entrambi i coniugi potranno beneficiarne. In caso di divorzio o di scioglimento dell’unione registrata, il superstite non avrà in linea di principio diritto alla parte riservata.

Seguendo i “senatori”, i deputati hanno bocciato l’introduzione di un credito di assistenza destinato al convivente superstite, come proposto dal governo (94 voti favorevoli, 90 contrari e 2 astensioni). L’obiettivo era impedire che queste persone debbano ricorrere all’assistenza sociale, garantendo loro un minimo vitale mensile.

Per la maggioranza il regolamento sarebbe stato difficile da attuare e avrebbe portato a complesse controversie in materia di eredità. Da più parti è stata sottolineata una contraddizione: da un lato, una maggiore libertà per il testatore, dall’altro, la necessità di prendere in considerazione i coniugi. I sostenitori, a sinistra, ritenevano che il miglioramento della protezione dei partner non sposati avrebbe tenuto conto delle mutate realtà sociali.

Infine, la revisione del diritto successorio permetterà di chiarire alcune questioni aperte riguardo al calcolo del patrimonio lasciato: per esempio la legge stabilisce espressamente che la previdenza individuale vincolata (pilastro 3a) non fa parte della massa ereditaria. Può però essere soggetta a riduzione se le porzioni legittime non sono rispettate.

Il dossier torna agli Stati.

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