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CN: fiscalità, scambio automatico informazioni inevitabile

(Keystone-ATS) Lo scambio automatico di informazioni in ambito fiscale è diventato un principio universale e la Svizzera deve prendere atto di questa realtà, se vuole preservare la buona reputazione della sua piazza finanziaria e la concorrenzialità della sua economia.

È quanto pensa la maggioranza del Consiglio nazionale che ha approvato l’entrata in materia, contro il parere dell’UDC, sui progetti governativi che mirano ad abolire il segreto bancario per i clienti esteri degli istituti finanziari elvetici.

Due gli oggetti presentati dal Consiglio federale al parlamento: la Convenzione del Consiglio d’Europa e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale con le relative modifiche alle pertinenti norme in vigore in Svizzera e la Legge federale sullo scambio automatico internazionale di informazioni a fini fiscali (LSAI). Quest’ultima norma si è resa necessaria per applicare l’Accordo multilaterale tra autorità competenti sullo scambio automatico di informazioni relative a conti finanziari (MCCA).

Per la maggior parte dei partiti, tranne i democentristi, la Svizzera deve adeguarsi, volente o nolente, all’evoluzione in ambito internazionale riguardante la trasparenza fiscale. Lo scambio automatico basato su standard internazionali, alla cui definizione la Confederazione ha partecipato, è l’ultimo atto di un processo incominciato nel 2008 con lo scoppio della crisi finanziaria.

Alle prese col comportamento scriteriato di alcune banche, in molti casi salvate dalla mano pubblica, molti Stati in debito d’ossigeno si sono trovati nella necessità di recuperare substrato fiscale. Da allora, certi comportamenti volti ad eludere il fisco non sono più tollerati, né è tollerabile che vi siano Paesi che si accaparrano i patrimoni in fuga.

Per Ada Marra (PS/VD), lo scambio automatico non rappresenta una sconfitta per la Svizzera, ma una vittoria. Il modello d’affari basato sulla colletta di patrimoni frutto di evasione non ha futuro. Tale evoluzione, ha ricordato, non concerne solo la Confederazione, visto che altri Stati sono finiti nel mirino delle critiche, come l’Austria e il Lussemburgo, per non parlare dei trust di diritto anglosassone.

Anche per Louis Schelbert (Verdi/LU), la crisi finanziaria ha inferto un colpo mortale al segreto bancario. Schelbert ha rammentato, rivolto all’UDC, che banche e cantoni sono favorevoli allo scambio automatico. Il campo rosso-verde ha pure sottolineato l’importanza che anche in Svizzera venga abolito il segreto bancario.

Favorevoli al progetto anche i radicali. Ruedi Noser (PLR/ZH) ha criticato l’UDC, rea a suo parere di mettere in pericolo l’intera economia nazionale con le sue proposte volte a mantenere lo statu quo. L’eventuale inserimento della Svizzera in liste nere o grigie avrà per forza di cose effetti negativi sulle nostre imprese attive a livello internazionale, come Nestlé.

Approvato il principio dello scambio automatico, il PLR sorveglierà attentamente in ogni caso che tutti gli Stati che aderiranno a questo standard lo rispettino veramente, e che nei negoziati con i singoli Stati la Svizzera possa ottenere l’accesso al mercato finanziario locale, ha precisato Noser. Anche PPD, PBE e Verdi liberali hanno sostenuto i progetti del Consiglio federale.

Per l’UDC, lo scambio automatico di informazioni è in netta contraddizione col nostro ordinamento giuridico, specie per quanto riguarda la protezione della sfera finanziaria dei cittadini dalle intrusioni arbitrarie dello Stato. Per Thomas Matter (UDC/ZH) è inconcepibile che vengano trasmessi all’estero dati riguardanti clienti esteri delle banche senza alcun sospetto.

Lo scambio automatico con l’estero, ha aggiunto Matter, è il primo passo verso lo smantellamento del segreto bancario in Svizzera, come vorrebbe la sinistra. Secondo l’esponente democentrista, lo scambio automatico avrà inoltre ripercussioni dolorose per gli Svizzeri all’estero, specie per quelle persone che hanno deciso di trascorrere solo pochi anni fuori dai confini nazionali e hanno quindi rinunciato a dichiarare allo stato di accoglienza tutti i loro beni nella Confederazione.

Per la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, lo scambio automatico è coerente con la strategia del Consiglio federale volta a preservare la piazza finanziaria dall’evasione e frode fiscale. A detta della ministra delle finanze, “dobbiamo guardare al futuro e non al passato”.

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