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CN: integrazione stranieri, giro di vite

L'aula del Consiglio nazionale Keystone/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Dopo oltre quattro ore di dibattito, il Consiglio nazionale ha accolto le modifiche apportate alla legge federale sugli stranieri volte ad includere nella normativa i criteri, severi, legati all’integrazione.

Il plenum non ha quindi seguito le raccomandazioni della propria commissione che, dopo aver esaminato la legge, proponeva la bocciatura del testo.

La Camera ha adottato diversi inasprimenti. Non ha però accettato le soluzioni ancora più dure volute dall’UDC, come anche gli alleviamenti proposti da socialisti e verdi.

Al voto finale, contrariamente alle intenzioni di partenza, il campo rosso-verde ha comunque deciso di sostenere il testo, appellandosi al Consiglio degli Stati affinché corregga gli aspetti più problematici della riforma.

Hanno votato contro la modifica della legge sugli stranieri i rappresentanti dell’UDC. I democentristi giudicano che l’integrazione debba dipendere soprattutto dalla buona volontà dello straniero che giunge in Svizzera. Per l’UDC l’integrazione non va delegata allo Stato, specie se quest’ultimo deve attingere al denaro pubblico.

Permesso C solo se integrati

In generale, in futuro gli stranieri potranno ottenere un permesso di domicilio (C) solo se integrati. Le autorità dovranno tenere conto del grado di integrazione anche per la concessione di un permesso di dimora (B, annuale rinnovabile).

La concessione di simile permesso potrà essere subordinata a una convenzione di integrazione, qualora si dovessero constatare carenze in quest’ambito. Se lo straniero non dovesse rispettare in toto o in parte le condizioni incluse in questo “contratto” – per esempio seguire corsi di lingua – saranno possibili sanzioni.

Revoca del permesso C

Le disposizioni discusse oggi in aula prevedono anche un ampliamento dei motivi di revoca di un permesso di domicilio. Oltre al mancato rispetto della pubblica sicurezza e dell’ordine pubblico o la dipendenza dall’assistenza pubblica, in futuro sarà possibile perdere il permesso C anche dopo 15 anni dal suo ottenimento.

In futuro, dovrebbe anche essere possibile revocare un permesso C a uno straniero – oppure declassarlo al permesso B – se non intende integrarsi. Per la Consigliera federale, un tale dispositivo nella legge creerà soltanto molta burocrazia.

Criteri d’integrazione

Le nuove disposizioni adottate oggi considerano come integrate nella realtà locale le persone che rispettano la sicurezza e l’ordine pubblico, i valori della Costituzione – come l’uguaglianza uomo/donna -, partecipano alla vita economica o intendono acquisire una formazione, dispongono di competenze linguistiche.

Le proposte dell’UDC di inasprire questi criteri – per esempio l’obbligo di un’attività lucrativa e dell’acquisizione di una formazione – sono state respinte.

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