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CN: Legge cartelli non va inasprita

(Keystone-ATS) Il rafforzamento delle disposizioni volte a lottare contro gli alti prezzi imposti in Svizzera a prodotti disponibili all’estero ad un costo talvolta nettamente inferiore non è per domani. Per la seconda volta nello spazio di pochi mesi, il Consiglio nazionale ha rifiutato – per 99 voti a 80 e 12 astenuti – l’entrata nel merito sul progetto di modifica della legge federale sui cartelli. Il progetto è quindi definitivamente archiviato.

Nel marzo scorso, con 106 voti a 77 e 4 astenuti, la Camera del popolo aveva già deciso una prima volta di non esaminare la modifica di legge proposta. La maggioranza riteneva che e prescrizioni vigenti consentissero già di lottare contro gli abusi.

Nel giugno scorso, gli Stati avevano invece ribadito la volontà di legiferare. Questa decisione ha obbligato la commissione del Nazionale a riprendere in mano il dossier. Rispetto alla Camera dei cantoni, il Nazionale avrebbe dovuto affrontare stamane una versione “edulcorata” del progetto.

Tuttavia, nemmeno questa versione alleggerita della legge – elaborata in commissione nella speranza di superare i veti incrociati provenienti sia da destra che da sinistra – è riuscita a raccogliere una maggioranza in aula.

Per la destra, specie membri dell’UDC ma anche del PBD, il progetto è raffazzonato e inutile. Inoltre, la nozione di “abuso di potere relativo al mercato” rischia di mettere in difficoltà anche le piccole e medie imprese, specializzate in prodotti di nicchia.

Per la sinistra e il PPD, il problema degli alti prezzi in Svizzera rimane lancinante, nonostante la legge in vigore. In particolare, sono state evocate le forti differenze di prezzo per articoli venduti in Svizzera, mentre i medesimi prodotti presenti sugli scaffali dei negozi all’estero costano molto meno.

È importante impedire che gli importatori costringano i dettaglianti a praticare prezzi maggiorati. Un giro di vite in questo settore, hanno dichiarato alcuni oratori, limiterebbe inoltre il turismo degli acquisti.

Per i Verdi, contrari al progetto, è troppo presto per rimettersi al lavoro su una legge che non ha ancora potuto dimostrare la propria efficacia. Louis Schelbert (LU) ha ricordato che i tribunali devono ancora pronunciarsi su diversi casi e che dalle sentenze si saprà se la normativa in vigore è sufficientemente incisiva, oppure deve essere adeguata.

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