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CN: programma d’armamento, “no” a risparmi nel 2017

(Keystone-ATS) Il congelamento del progetto “Difesa terra-aria 2020”, del costo totale di 700 milioni, deve consentire di reinvestire questo importo in altri acquisti militari già previsti.

Con 126 voti contro 63, il Consiglio nazionale ha adottato oggi una mozione che chiede che non via sia alcun residuo di credito nel 2017. Gli Stati devono ancora pronunciarsi.

Il ministro della difesa Guy Parmelin ha deciso di sospendere il progetto di difesa terra-aria, inizialmente previsto nel Programma d’armamento 2017 e che prevedeva il rinnovo degli attuali sistemi di difesa contraerea dell’esercito svizzero. Il suo congelamento provvisorio consente di liberare un credito di circa 700 milioni di franchi, la cui incidenza finanziaria negli anni 2018-2020 ammonta a 250-300 milioni.

Esigendo che il budget dell’esercito venga mantenuto a 5 miliardi di franchi, la maggioranza borghese chiede di trovare altri progetti per l’anno prossimo. Il Consiglio federale dovrebbe presentare un programma d’armamento in cui prevede che i fondi destinati agli acquisti militari possano essere interamente utilizzati.

“Occorre imperativamente una modernizzazione dell’esercito per essere all’altezza dei compiti”, ha sottolineato Roger Golay (MCG/GE) a nome della commissione. “V’è davvero un ritardo da colmare nella difesa contraerea”, ha aggiunto Jakob Büchler (PPD/SG).

Di tutt’altro avviso la sinistra e i Verdi liberali. “Non si può inventare progetti da un giorno all’altro”, ha criticato Beat Flach (PVL/AG), ricordando la recente polemica sull’ammodernamento dei veicoli militari Duro. Flach ha aggiunto che la situazione finanziaria della Confederazione dovrebbe invitare a maggiori risparmi nel Dipartimento della difesa.

Sì ma…

Il consigliere federale Guy Parmelin ha spiegato che discussioni sono in corso sul futuro del progetto di difesa terra-aria. La pianificazione dell’armamento sarà adattata in modo che, per il periodo 2017-2020, i soldi preventivati possano essere reinvestiti in altri progetti militari. “Ma è ancora troppo presto per prendere una decisione definitiva”, ha rilevato Parmelin.

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